The End of the World Running Club (Id, 2016): non mi spiego il grande successo di questo romanzo e lo annovero tra gli acquisti sbagliati. Ciò premesso, l'ho letto tutto invece di bloccarmi e scaricarlo in un infodump: si legge sicuramente bene, non è particolarmente impegnativo e funziona benino come lettura riempitiva.
Uno di quei libri che leggi quando stai facendo altro: aspettando che cominci un programma televisivo, aspettando che si cuocia la pasta, aspettando di uscire o situazioni simili. Quando non vuoi leggere una cosa impegnativo perché stai pensando ad altro e non sei concentrato, quando non vuoi leggere qualcosa di divertente e assolutamente di tuo gusto perché stai pensando ad altro e non te lo gusteresti a dovere: hai voglia di leggere in quanto attività, non importa cosa.
Ecco. Ho letto questo romanzo come avrei passato il tempo spulciando reddit senza particolare attenzione.
Veniamo al testo: una pioggia di meteoriti, asteroidi o roba del genere distrugge il mondo. Il regno unito è particolarmente colpito ma ci sono sopravvissuti.
Il nostro protagonista non è un eroe, è un meschino e normale essere umano: diciamo un mediocre nella media, qualcuno di cui potremmo essere meglio con anche solo un minimo di aspirazione.
E' grassoccio e fa l'informatico, ha una bella moglie devota e due figli. Non ama i figli, non gli piace fare il genitore. Il matrimonio è circa allo sfascio e si salva solo per la pazienza amorevole della moglie.
Post-apocalisse le cose non cambiano di molto. Il nostro protagonista continua a trovare ogni scusa per non stare a casa, preferendo andare a esplorare in giro alla ricerca di cose (detto così potrebbe sembrare utile, ma il senso è che lo faccia solo per stare lontano dalla famiglia).
Durante una di queste escursioni passa un elicottero di soccorso, recupera la sua famiglia ma non può aspettare il suo ritorno. Lui torna dall'escursione e, boom!, preso nel culo fortissimo.
Improvvisamente si rende conto di essere una merda umana e di voler riabbracciare la sua famiglia (e incidentalmente salvarsi).
Insieme a degli altri parte per raggiungere la costa dalla quale starebbero partendo navi verso l'emisfero sud, meno colpito dal disastro.
550 miglia senza veicoli, tutti di corsa attraverso l'Inghilterra distrutta e con un corpo grassoccio e mille pericoli soprattutto di altri umani andati giù di testa.
...in realtà però non sono di corsa.
E' un romanzo di 450 pagine, ma fino a pagina 200 è un lunghissimo e inutile prologo: inspiegabile data la banalità del setting e la totale assenza di originalità nella descrizione post apocalittica. 50 pagine sarebbero state più che sufficienti.
A pagina 200 cominciano effettivamente a correre.
Corrono e mentre corrono riflettono sulla vita prima della fine del mondo, sull'universo e su se stessi.
Gli altri personaggi sono tutti più interessanti del protagonista, che è veramente la raffigurazione del minimo comune denominatore.
Ogni tanto incontrano qualche pericolo, poi ricominciano a correre.
Non ci sono motivi per smettere di leggerlo: è scritto con decoro, offre qualche pensiero stimolante, ma tutto il resto... sembra il libro che potrebbe entusiasmare qualcuno completamente a digiuno di speculative fiction.
NOTA: forse ambientato nello stesso mondo, l'autore ha scritto un romanzo su un cane post apocalisse. Potrei decidere di prenderlo perché il cane.
SPOILER SPOILER SPOILER
Il gruppetto procede bene per quasi tutto il libro, si fanno male ma si salvano.
Verso la fine cominciano a morire tutti uno dopo l'altro, sembra il modello giapponese di far morire tutti i coprotagonisti in un lampo di gloria verso prima della conclusione.
Il protagonista raggiunge e riesce a riabbracciare la famiglia, MA non essendo passato attraverso i corretti canali di salvataggio viene costretto ad andare a fare in culo da soldati che non possono rischiare di fare favoritismi. Quindi riabbraccia la famiglia giusto in tempo per vederli partire per il Sud Africa e perderli per sempre.