Good Guys (Id, 2018): ultimo romanzo del prolifico Steven Brust. Ufficialmente stand alone ma perfettamente strutturato per originare seguiti.
Classico urban fantasy contemporaneo: la magia esiste, il pubblico non lo sa. Ci sono due società segrete di maghi non esattamente contrapposte, non esattamente nemici ma certamente rivali: una, la più grande e antica, promuove individualismo e l'utilizzo della magia per avere successo nella società e nella vita (ma non in modo criminale); l'altra, la Fondazione, è una costola staccatasi anni prima che lotta contro gli utilizzi criminali e cerca di tenere nascosta l'esistenza della magia.
Il romanzo propone diversi punti di vista ma, essenzialmente, segue le avventure della squadra investigativa principale della Fondazione in America: la squadra è composta da un investigatore/capo, una enforcer e una maga.
A differenza di molti romanzi del genere, Brust non è interessato a formulare un sistema magico originale e stravagante: qui è tutto molto classico e senza pretese. L'attenzione di Brust è tutta dedicata alla trama e alle dinamiche tra i personaggi: c'è un assassino che uccide maghi malvagi.
Il titolo offre un'immediata interpretazione del tema centrale: chi sono i good guys in questa storia? Non c'è davvero una questione morale adulta o approfondita, piuttosto un generico 'nessuno è buono o eroico, ognuno fa i propri interessi'.
E' una lettura molto piacevole, soprattutto per il tono utilizzato: un hard boiled contemporaneo non sanguinario basato su dialoghi e voci di protagonisti particolarmente ben caratterizzati.
Trovo davvero improbabile non goda di almeno un paio di seguiti, sarò certamente interessato a comprarli.
SPOILER SPOILER SPOILER
Hippie muore. Donovan vince ma non è soddisfatto.