I, Tonya: la ragione per cui mi sono ricordato dell'esistenza di Borg McEnroe è stato il desiderio di mia moglie di vedere il biopic su Tonya Harding. Ci piace il pattinaggio artistico, plurale per a entrambi: lo guardiamo con piacere a ogni occasione possibile... e sono molto poche.
Non a caso la peggiore delusione dell'anno in corso non è certo stato il risultato elettorale di domenica, prevedibile, ma l'impossibilità a guardare le olimpiadi invernali coreano per colpa di quei bastardi di Eurosport e quei bifolchi ignoranti della Rai.
Ciò detto.
Ci sono tanti posti dove sarebbe meglio sperare di non nascere: stando alla vita di Tonya come rappresentata nel film, Portland è più in alto in classifica di molti stati africani.
White trash, redneck: Tonya Harding nasce nel basso e triste proletariato bianco americano.
Abituato a subire violenza fisica e psicologica fin da bambina, soprattutto dalla madre aguzzina, padre naturalmente assente; passa a un veloce matrimonio con il tipico ignorante con i baffi che la picchia un giorno sì e l'altro pure.
Upbringing senza speranza per la povera Tonya, nessun mistero sui perché e percome della sua fine, sulle cause: la società e la malvagità delle altre persone. Il film è girato nello stile di un finto documentario con interviste agli attori interpretanti i personaggi 'oggi' e flashback dovuti ai loro racconti della vita di Tonya.
Ottimo film, eccellente film sportivo: l'aspetto migliore è la rappresentazione di Tonya, non solo quella datane dall'attrice, ma soprattutto quella che ne viene data per tutto il film dal film stesso e dagli altri personaggi.
Tonya è certamente stata, questa la teoria degli autori, vittima di un destino infausto: tirata su in un contesto che non le ha dato i mezzi e le possibilità per elevarsi, pur avendole certamente dato la forza per diventare un'atleta professionista di alto livello. E' la storia di Rocky con l'equazione povertà + ignoranza = occhi della tigre.
Co-protagonisti della storia di Tonya sono la madre e il marito: esseri infami e infidi, stupidi allo stremo e certamente malvagi, ma nel loro modo contraddittorio caring per la figlia/moglie.
Tonya è interpretata da Margot Robbie, certamente l'attrice americana (è australiana) più di tendenza del momento insieme, ma decisamente inferiore per carriera e abilità a Gal Gadot. La Robbie può fare tutto: azione, sexy e dramma. Questo film se l'è pure prodotto e scommetto saprebbe fare della commedia decente.
La Robbie è stata, come saprete, in un brutto film di supereroi DC interpretando in modo comunque affascinante l'affascinante personaggio di Harley Quinn, ed è stata anche in Wolf of Wall Street.
Wolf of Wall Street aveva grossi sfondamenti della quarta parete. Suicide Squad è il film DC ad aver per primo risentito del successo di Deadpool, ancora più sfondamenti della quarta parete.
I, Tonya ha molti sfondamenti della quarta parete. Io ci vedo un nesso.
Alla Robbie piacciono questi sfondamenti, il regista presumibilmente se l'è scelto da sola.
Ah. Il marito è interpretato da Sebastian Stan, the Winter Soldier.
Incidentalmente la madre è interpretata da Allison Janney, la cui performance è stata certamente la più apprezzata del film e per valide ragioni.
A proposito del regista: fa piacere, dopo 2 film Disney (Disney = Marvel, 'nuff said), vedere un ritorno a qualcosa di più serio da parte di Craig Gillespie.
E' un gran bel film dall'inizio alla fine e faccio fatica a trovarne una singola parte che non mi sia piaciuta.
...sforzandomi potrei dire che la cover di The Passenger sui titoli di coda sia una vera merda.
...vale forse la pena ricorda che il motivo per cui oggi principalmente ricordiamo Tonya Harding non è legato ai suoi successi atletici, ma alla parte avuta nell'assalto contro la beniamina d'America Nancy Kerrigan, che quasi le costò la carriera e la possibilità di partecipare alle olimpiadi.
...vale infine la pena parlare brevemente delle scene sportive: la Robbie pare si sia allenata e abbia fatto cose in prima persona, ma il resto è cg. Non di cattiva qualità.
Due gocce d'acqua.