Darkest Hour: è certamente un bel film ma continua a essere più che vagamente ridicolo il comportamento dei giudici dell'Academy Awards di premiare attori in performance importanti specialmente se truccati fino a essere irriconoscibili.
...è anche facile premiare un film contro i nazisti in questo periodo. Facile ma anche la cosa giusta da fare, e visto che normalmente è raro che la cosa facile e la cosa giusta coincidano: ben venga.
Sceneggiatura originale, regia di Joe Wright... regista a cui piace adattare romanzi storici e storie di persone realmente esistite.
Interpretato da Gary Oldman e una serie di attori inglesi poco noti, salvo Kristin Scott Thomas nel ruolo della moglie.
Nel film vengono rappresentati una decina di giorni, forse qualcosa di più, tra maggio e giugno 1940: dalla nomina a primo ministro di Churchill, passando per Dunkirk e fermarsi con il famoso discorso 'we shall fight on the beaches'.
La rappresentazione è piuttosto eroica e ci presenta un Churchill accerchiato da nemici come le truppe inglesi a Dunkirk: i tedeschi in Europa, nessun alleato tra gli altri capi di stato europei, un cugino americano indifferente, e soprattutto nemici nel suo stesso partito. L'elemento tematico centrale è la disputa politica tra correnti all'interno dello stesso partito e la questione morale se sottomettersi al pericolo tedesco 'subito' con un accordo di pace con il Male ed evitare spargimento di sangue inglese a qualsiasi costo, o letteralmente lottare fino alla morte contro un nemico in tutto e per tutto superiore piuttosto che rinunciare alla propria dignità/orgoglio/indipendenza etc etc.
La caratterizzazione di Churchill è decisamente eroica: certo, vengono messi in luce tutti i suoi difetti più noti ma l'approccio è palesemente endearing e non realistico. Un simpatico alcolista.
Soprattutto: un uomo del popolo.
Narrativamente Churchill viene mostrato torto e turbato: gli uomini più carismatici del suo partito vogliono gli accordi di pace, lo accusano di portare alla morte l'intera popolazione per arroganza e pride. Churchill allora scende nelle strade, si confida con l'umile dattilografa che lo segue costantemente, scopre che l'opinione pubblica è tutta con lui e vuole combattere e mai e poi mai rinunciare alla propria libertà.
E' un Churchill braveheart.
Torniamo al discorso iniziale: ci sono mille motivi propagandistici (e se questo fosse un film USA sarebbe stato dannato per questo) ma sono tutti immediatamente positivi e indiscutibili perché veicolano il messaggio della lotta contro il nazismo/fascismo.
C'è anche un altro messaggio, più sottile e rilevante per il Regno Unito: gli alleati sono inermi, deboli e sconfitti. Il nemico ha conquistato l'Europa, l'Europa è caduta ed è in mano al nemico diventando il nemico. L'alleato cugino americano fa il finto tonto ed è uno spregevole codardo. Il Regno Unito è isolato nella sua isola e dovrà resistere da solo contro l'Europa, autosufficiente e indipendente, orgoglioso etc etc.
Non solo: implicito in tutto questo è la richiesta al pubblico/popolazione di avere fiducia nel governo. Il leader può sembrare difettoso ma ha ragione e ci ama, i suoi compagni di governo possono sembrare riottosi ma lo fanno esclusivamente nell'interesse della cosa pubblica e, alla fine, vedono la luce e seguono tutti lo stesso ideale.
Gary Oldman è un attore eccellente e ha dato una prova straordinaria. Il film è bello dall'inizio alla fine. C'è un superficiale e positivo messaggio contro le radicalizzazioni di destra che è una cosa giusta e onorevole da fare in questi anni. C'è un sottotesto di propaganda governativa britannica a difesa della Brexit e a favore del governo.
NOTA: la breve scena dell'operazione a Dunkirk in Darkest Hour è orrenda. Avrebbero potuto chiedere i diritti e usare il film di Nolan. Lascerò perdere ogni considerazione su due film così vicini nello stesso anno.