City of Miracles (Id, 2017): è sicuramente una delle migliori serie fantasy che io abbia mai letto, e preferisco definirla speculative come farei oggi parlando dei migliori libri di Zelazny.
E' sicuramente la serie con il personaggio maschile più memorabile da anni, quello che ricorderò di più di tutta questa trilogia di Bennett.
Bennett merita grande plauso per questo terzo libro. Non è il migliore della serie, quello rimane City of Stairs, ma con tutte le sue imperfezioni narrative e i colpi di scena prevedibili, questo City of Miracles offre una conclusione perfetta, magnificamente strutturata, squisitamente raccontata e pensata.
City of Stairs cominciava con una protagonista femminile e un supporter maschile, City of Miracles conclude la vicenda dedicandosi finalmente, come voluto e atteso dai fan, interamente alla storia e la vita di Sigrud.
City of Stairs cominciava in Bulikov, City of Miracles conclude con circolarità divina nuovamente in Bulikov.
La storia comincia 20 anni dopo il primo libro, 13 dopo il secondo: Shara viene assassinata. Sigrud, in esilio dalla fine del secondo libro, viene a conoscenza della notizia e si riscuote dal suo torpore, si risveglia dall'inerzia della vita rupestre e si mette in caccia degli assassini.
La lotta decennale contro i miracoli sembrerebbe essere ormai finita, la vita nel Continente e in Saypur è adesso una di tecnologia (diciamo un 'primi del 1900'): è un mondo che Sigrud poco comprende, un mondo che si è quasi dimenticato di persone come Sigrud e delle sue battaglie segrete per mantenere lo status quo.
Shara è morta combattendo una guerra, un'altra guerra segreta ancora più segreta delle altre perché in un tempo di presunta e assoluta pace. Sigrud raccoglie la bandiera e si inserisce in un contesto di cui sapeva niente: le divinità non ci sono più ma il divino non è scomparso come tutti credono.
Le divinità hanno lasciato molti figli. Si pensava che i figli delle divinità fossero scomparsi come i miracoli alla morte dei genitori, ma... non è così. Esseri divini meno potenti di 'normali' divinità ma ancora molto potenti si nascondono tra noi, sono giovani e malleabili e in balia di chi li vuole controllare.
Shara, da una parte, e un misterioso individuo dall'altra. Individuo che è più di una persona.
Sigrud arriva e fa casino come solo lui sa fare, ma è finalmente chiaro fin da subito che neppure Sigrud sia semplicemente una persona: innanzitutto non è invecchiato, e la sua mano sinistra continua a fare cose che non si potrebbe.
A un certo punto, in modo delizioso, la trama diventa identica a quella di Terminator 2.
Sigrud è un terminator/wolverine (il migliore in quello che fa, quello che fa non è piacevole) che si trova a dover proteggere ragazzini predestinati.
E' esilarante.
Ogni segreto viene spiegato e trova perfetta collocazione e conclusione nello schema generale, c'è un ottimo finale e la storia raggiunge il suo punto più alto senza superarlo, finisce davvero nel suo punto migliore, prima di peggiorare.
Ci sono molti difetti, come dicevo: prevedibilità, alcune spiegazioni sono forzate, altre troppo facili, ma nel suo complesso, City of Miracles è un perfetto terzo capitolo a completamento di una meravigliosa trilogia di libri dedicata a spie che combattono contro divinità.
SPOILER SPOILER SPOILER
Alla fine muoiono tutti, sia Shara che anche Sigrud. Shara ovviamente non è morta all'inizio del libro ma lo sarà alla fine.
La figlia di Shara è divina, naturalmente, ed è il figlio del divino che venne menomato dalle divinità perché troppo potente (il libro vuole far credere che sia il villain, ma non è prevedibilmente così): è metà dell'altra ragazza, letteralmente, e insieme sono il Tempo.
Sigrud muore pacificamente dopo aver salvato tutti.