Mute: ah, bisogna ammetterlo. C'è un qualcosa in più in Alexander Skarsgard. No, perché l'ex-vampiro vichingo di True Blood, un gradino ontologico sotto il Thor di Hemsworth (giusto per fare un paragone a caso), dopo aver fatto un film con quel regista appena capace di John Michael McDonagh, si è pure permesso di essere il protagonista dell'ultimo film di Duncan Jones.
Il prossimo a volerlo dirigere chi sarà? Jarmusch?
Mute è il quarto film di Duncan Jones, regista di culto nonostante il suo terzo sia stato l'infelice Warcraft.
Mute è un ritorno alle origini fantascientifiche di Moon con solo un piccola differenza, un'inezia: è di Netflix.
Netflix sta diventando il salvatore della cultura del e nell'intrattenimento.
Nel film c'è pure Paul Rudd.
Ambientazione cyberpunk non troppo originale alla Blade Runner, però in Europa a Berlino: non è esattamente chiaro i contesto geopolitico, ma la Germania è di nuovo bellicosa e ci sono soldati americani a Berlino, parecchi. Paul Rudd è uno di questi soldati e un disertore in cerca di una nuova identità per tornare negli USA senza essere arrestato.
Lui però non è il protagonista, ma il vettore della macro trama in cui rimane incastrato il nostro povero Skarsgard muto. 
Alexander fa il barista in un locale alla moda e si fa una delle cameriere. E' muto a causa di un incidente da bambino e dell'essere cresciuto in una famiglia di ludditi o amish o roba del genere che rifiutano la tecnologia e, di conseguenza, anche la medicina.
Comunque è felice e innamorato e ricambiato.
Finché una notte la sua bella non torna a casa, sparisce.
Alexander non è un eroe e non possiede un very particular set of skills, è solo innamorato e preoccupato e normalmente intelligente: comincia una specie di investigazione e ricerca.
A questo punto devo ammettere che la sceneggiatura co-scritta da Jones non sia un brillare di trovate geniali e twist uno dopo l'altro: molte situazioni si sviluppano prevedibilmente e non ci sono veri colpi di scena.
E' un bel film più per la qualità del background e della caratterizzazione di personaggi e situazioni, mentre la sceneggiatura è media e le interpretazioni degli attori secondari non sono all'altezza di quelle dei protagonisti, gli attori principali sono impegnati e composti: la situazione peculiare del protagonista è ben trasmessa da Skarsgard e anche lo stato mentale alterato di Rudd è credibile.
Meglio di Moon? Neppure lontanamente, ma è il secondo miglior film di Jones ed è certamente una svolta positiva nella sua carriera complicata.
SPOILER SPOILER SPOILER
La tipa di Alexander è l'ex-moglie di Rudd, Rudd l'ha uccisa.
Alexander alla fine uccide tutti e riporta la figlia della sua tipa dalla nonna.