A Gathering of Ravens (Id, 2017): avrei giurato che i romanzi di Scott Oden fossero tradotti anche in italiano, ma non è così. Autore americano 'specializzato' in fantasy-storici ambientati in Europa/Mediterraneo, A Gathering of Ravens è il suo primo romanzo dopo 7 anni di silenzio seguiti a una trilogia ambientata nell'antico Egitto.
...romanzi d'avventura un po' fantastica nell'antico Egitto, davo per scontato fossero perfetti per l'Italia.
Qui ci troviamo davanti a qualcosa di tematicamente simile rispetto alla sua precedente produzione, ma una bestia molto divesa dal solito rispetto ai fantasy classici.
Un romanzo originale con notevoli qualità narrative, discreto coraggio tematico e concettuale.
A questo punto che scrivo, mi sono fermato un attimo perché mi sono venuti in mente molti modi per fare la punta a questa dichiarazione e dimostrarla errata: così facendo, però, non parlerei del romanzo ma del fatto che oggi, non di primo pelo, a parte un'intuizione creativa geniale e unica, 'originale' è per me una parola convenzionale per descrivere qualcosa di meno usato.
Danimarca, Anno Domini 999: un guerriero recentemente e fervidamente convertito al cristianesimo sta accompagnando una giovane donna sotto mentite spoglie verso una destinazione poco importante, sorpresi da tempesta trovano rifugio in una caverna.
La caverna è temporanea casa di Grimnir, the Corpse-maker and Life-quencher, the Bringer of Night, the Son of the Wolf and Brother of the Serpent... incontro fatale. 
Oden è molto attento a non usare mai il nome comune per descrivere cosa sia Grimnir, è scrupoloso nella sua ricostruzione storica e sinceramente appassionato nella sua volontà di renderla cool e affascinante: Grimnir è l'ultimo della sua razza e, in generale, una delle ultime creature 'magiche' a camminare su una Terra dove le Old Ways stanno venendo spazzate via dai proseliti del Nailed God. 
Questo è uno dei temi forti del romanzo e anche uno dei più intriganti per il modo onestamente parziale usato da Oden per descriverlo: il Cristianesimo è simpatico ma troppo facile a perdonare senza conseguenze, ad accettare persone e gesti di incommensurabile violenza e spregio per poi nascondersi dietro la volontà di Dio e la pietà. A Oden piace Odin. 
Giuramenti di sangue che non si possono spezzare, vendette sanguinose, persone e gesti di incommensurabile violenza e spregio a cui seguono conseguenze pari o peggiori. 
Grimnir è l'ultimo degli Orchi. Versione D&D con una punta di WOW. 
Grimnir non è umano e non è un eroe, non manco un antieroe alla Punisher, è letteralmente un villain e il protagonista della storia: da 500 anni, Grimnir sta dando la caccia a un uomo per vendicarsi di un giuramento infranto. 
Passo di lato: è da un po' che non si parla di miti nordici, ma non è poi certo vero visto che un autore abbastanza visibile come Gaiman ha da poco pubblicato un libro sull'argomento; non è comune realizzare un romanzo con un protagonista indubbiamente cattivo e malvagio, ma gli Orcs sono certamente noti grazie a Warcraft. Il tema dell'ultimo della sua razza è... beh, comune. Così come quello dei vecchi costumi contro la modernità.
Torniamo a noi: scritto bene, caratterizzazione dei personaggi notevole, specialmente dei due protagonisti. La storia è semplice e si svolge senza particolari colpi di scena, pur essendo un romanzo di sole 300 pagine si sarebbe potuto tranquillamente toglierne 50 e rendere la struttura ancora più snella e vibrante. Ci sono alcuni capitoli, specialmente verso il finale, per mostrare un po' di ambientazione storica ma sono a tutti gli effetti inutili.
Il romanzo finisce completamente ma c'è un minuscolo spiraglio per un seguito.
SPOILER SPOILER SPOILER
Grimnir è il fratello di Grendel, Grendel è stato ucciso da un suo figlio bastardo half-orc.
Grimnir alla fine vince e uccide il suo nemico, e mostra anche una certa 'umanità' nel rapporto con la giovane donna, rimane un mostro ma un mostro con una sua nobiltà (classico).