The Refrigerator Monologues (Id, 2017): questo è un gran bel libro, very geeky, una squisita e breve raccolta di racconti.
Ricordate quando Hal Jordan andò giù di testa e divenne Parallax? Anni 90, la DC stava stuprando tutti i suoi eroi per essere più Image, storia di Ron Marz.
Chi l'avrebbe mai detto che da tutto quel ciclo di storie, e suoi seguiti, sarebbe scaturito un concetto originale divenuto un classico contemporaneo di... critica letteraria.
No, non Kyle Rayner. La sua origine.
Kyle Rayner diventa la terza Lanterna Verde con una storia simile a quella di Peter Parker: all'inizio gli piace cazzeggiare in giro con i suoi superpoteri, poi Marz decide di dargli motivazione ammazzandogli il suo zio Ben, la fidanzata Alexandra DeWitt. Strangolata da Major Force e ficcata a a forza dentro il frigo per essere trovata successivamente da Kyle, turbarlo e farlo diventare un vero eroe.
Non mi serve la wikipedia per ricordare questa roba, vi ricordo che sono un dc geek frustrato.
Nel 1999, l'allora quasi unica scrittrice donna di fumetti di successo, Gail Simone pubbilcò un breve essay e un successivo sito internet dedicato alla 'Donne nel Frigo': un termine che da allora è diventato sinonimo di personaggi femminili ridotti a funzioni narrative all'interno della storia di protagonisti maschili, funzioni solitamente caratterizzate da violenza e brutalità, indebolimento.
'Indebolimento' è la parola chiave in anni dove il women empowerment è uno dei temi caldi della politica sociale mondiale.
Il resto del titolo deve ovviamente credito a Eve Ensler e i monologhi della vagina: non l'ho mai visto o letto, ma è molto famoso.
E' il primo libro di Catherynne Valente che leggo, anni fa avevo iniziato Palimpsest ma non mi era piaciuto.
La struttura del racconto è classica come poche: c'è una cornice di personaggi seduti intorno al tavolino di un pub, a turno raccontano una storia.
Il pub è all'inferno, i personaggi sono tutte donne: ex-fidanzate e mogli di supereroi, funzioni narrative che non vengono salvate dalla morte (a differenza di tutti i personaggi che vanno avanti e indietro tra la vita e la morte in questo tipo di universi) perché toglierebbero motivazione ai loro eroi.
Si chiamano 'Death Hath Club' e ricorda un po', volendo, il Women's Murder Club di James Patterson.
Ognuno dei racconti affronta uno stereotipo classico del mondo dei comics, per questo dico trattarsi di un libro per vedi geek: questi stereotipi sono arcinoti e oggi quasi tutti trasposti in forme più popolari recepibili in un paio d'ore, ma richiedono una non troppo generale conoscenza del media.
E' un libro spartiacque tra la vera cultura geek e la sua versione contemporanea aperta alle masse.
Il primo racconto vede il classico esperimento andato storto, lui acquista i poteri e lei muore come l'originale Gwen Stacy. Il secondo racconto è Xavier e gli X-Men, lei è (Dark) Phoenix. Il terzo racconto è Harley Quinn; il quarto è Mera (di Aquaman) ed è un po' diverso dagli altri perché c'è di mezzo tutta la storia del figlio. Il quinto racconto è quello meno immediatamente individuabile perché l'eroe maschile ricorda personaggi davvero minori, ma lei è ovviamente la Karen Page di Devil come scritto da quel misogino di Frank Miller. L'ultimo racconto, il più facile e direi persino evitabile per l'ovvietà, è dedicato proprio ad Alexandra DeWitt, l'originale donna nel frigo.
Il libro è ricco di dettagli graziosi come i nomi della band di Gargoyles, le delicate e sottili connessioni tra le storie (universo condiviso!), l'abilità nell'adattare il linguaggio alle voci diverse dei personaggi.
E' un bel libro, scritto bene. E' anche un po' troppo facile e ammiccante, persino frivolo nel suo cogliere trend cool di questi anni e mescolarli tutti insieme: women empowerment, preferenze sessuali, fumetti supereroistici, linguaggio smaliziato.
Il suo essere commercialmente savio non ne limita o riduce in alcun modo la qualità.