The Fifty-Year Mission - The First Twenty Five Years (Id, 2016): da qualche parte nel titolo avrei dovuto probabilmente scrivere 'Star Trek'.
E' il primo volume (di 2) dell'auto proclamata 'completa, senza censure, senza autorizzazioni storia orale di Star Trek (The Complete, Uncensored, Unauthorized Oral History of Star Trek)'.
Il primo volume è più vicino a 600 pagine che a 500, il secondo suppongo sia delle stesse dimensioni: ho comprato il primo volume il giorno d'uscita (aka, l'ho preordinato), non ho ancora comprato il secondo e potrei aspettare di sentirmi chiedere un regalo per un qualche mio compleanno, anche tra qualche anno. 
Il concetto chiave è 'oral history'. Esistono centinaia di saggi su Star Trek, centinaia probabilmente solo dedicati alla storia economico-produttiva del franchise: nel tentativo di essere diversa dagli altri, questa opera si propone con una forma molto particolare. 
The 50 year mission è il frutto del lavoro di 2 giornalisti che hanno dedicato e fatto la propria non straordinaria carriera su Star Trek: Edward Gross e Mark Altman. Il libro è un collage di, diciamo, 50 anni di carriera condivisa: interviste, aneddoti, archivi, esperienze dirette, etc etc.
Soprattutto interviste. Quasi esclusivamente interviste.
I due autori hanno preso queste interviste che, ricordo, sono definite 'non autorizzate' e le hanno smontate e rimontate per sembrare dei dialoghi narrativi tra persone interessate su determinati temi.
Ogni capitolo sembra una sceneggiatura: il nome del parlante prima di ogni singolo virgolettato tratto da interviste raccolte a decenni di distanza, assemblate per sembrare dialoghi tra persone che non stavano realmente dialogando tra loro.
Il risultato è interessante ma è l'apoteosi del 'preso fuori dal suo contesto'.
Gli autori hanno di fatto manipolato le risposte degli intervistati per inserirle in contesti diversi, per far sembrare ci fosse una qualche forma di dialogo aperto tra gli interessati, sopratutto vengono affiancate risposte date a distanza di anni le une dalle altre (tanto di persone diverse, quanto delle stesse).
'Manipolato' penso sia davvero la parola corretta.
E' come se fossero dialoghi immaginati, ma questi dialoghi sono un collage di frasi (probabilmente) realmente dette dalle persone indicate, ma in momenti e tempi molto divesi rispetto a quelli architettati dagli autori del libro.
Non è un'operazione che ho apprezzato. A dirla poi tutta: compri un costoso librone cartonato di 560 pagine, lo vorresti pieno di contenuti. Invece trovi un libro che è più spazi bianchi che testo e un testo che è così fortemente rimaneggiato da essere non definibile come vero, manco verisimile.
Gli argomenti tratti in questo primo volume, elenco dei capitoli, sono i seguenti: il primo autore si presenta e spiega perché e percome sia innamorato di Star Trek, il secondo autore fa lo stesso; l'ideazione originale di Star Trek da parte di Gene Roddenberry; la realizzazione del primo e del secondo pilota; il pool di scrittori, attori e in generale lo staff creativo coinvolto nella serie tv; il feud tra Nimoy e Shatner per la popolarità; la seconda stagione; la terza stagione e la chiusura della serie; l'esplosivo successo delle repliche in syndication, le prime convention e fanzine; la serie animata; gli anni '70 e le carriere dello staff and crew (poco, nullo successo complessivo); l'abortito progetto della nuova serie tv 'Star Trek phase 2'; diventato poi il primo, infame Star Trek the Motion Picture; Star Trek 2; Star Trek 3, Star Trek 4; Star Trek 5; l'idea abortita di realizzare un film prequel con i giovani Kirk, Spock, etc etc (alla Indiana Jones, alla Abrams); Star Trek 6 e la morte di Roddenberry.
Tutti questi argomenti sono presentati dando particolare spazio ai seguenti temi: Gene Roddenberry è sopravvalutato ed era in generale un pezzente senza talento che ha avuto il culo di vedere un'idea da lui appena abbozzata trasformarsi in un cult grazie al talento di altri; la Paramount è un'entità malvagia che è stata direttamente causa, ma non esclusiva, di ogni cattiva apparizione di Star Trek; in generale tutti i coinvolti hanno parlato male degli altri, parlato bene degli altri, discusso con tutti e dato la colpa a chiunque.
Questo è l'aspetto meno gradevole, magari anche vero, e corrisponde a quanto dichiaravo inizialmente: nello stesso capitolo, senza indicare riferimenti spazio temporali, in bocca alle persone rappresentate vengono messe interviste in cui si insultano, parlano alle spalle, si mostrano meschini e falsi.
Non dico siano false le interviste, ma non tengono conto di un fenomeno che ha colpito praticamente tutti i principali attori (non nel senso di chi recita) coinvolti con Star Trek: vedere le proprie carriere rese immortali e allo stesso tempo distrutte da Star Trek, rifiutarlo negli anni ancora giovani, accettarlo in quelli della vecchiaia.
Esempio classico: Nimoy ha scritto (almeno) due autobiografie. La prima negli anni '70, pochi anni dalla fine di Star Trek ma nel pieno del suo successo, intitolata 'I am not Spock'; la seconda negli anni '90... carriera finita o agli sgoccioli, intitolata 'I am Spock'.
...e questo è l'esempio maturo. Vogliamo parlare di Shatner?
Cercate su google 'get a life', troverete Shatner insultare i fan di Star Trek negli anni '80.
Vogliamo parlare dei poveretti che ha preso in giro a Riverside, Iowa?
Come conciliare questi atteggiamenti con il regista, scrittore, host del documentario 'The Captains'?
Gli anni passano, le idee cambiano.
L'operazione sviluppata dai due autori di questo volume è certamente fonte di aneddoti interessanti, sicuramente per lo più veri, ma è disonesta nell'intimo e così intrinsecamente contraria alla morale dominante di Star Trek, che i due dichiarano di amare appassionatamente, da risultare schifosamente ipocrita.