Your Name (Kimi no na wa): i film sono una forma di intrattenimento audio-visivo. Guardarli e ascoltarli in condizioni tecniche non ottimali rovina l'esperienza e riduce il godimento.
Vale la pena, quindi, aspettare mesi ed evitare come la peste tutti i (diciamo) 'bootleg' in attesa di trovare la copia perfetta. Specialmente quando si parla del più grande successo dell'animazione giapponese di sempre.
L'ultimo film di Makoto Shinkai è l'anime economicamente più di successo al mondo, quasi 100 milioni di dollari più di Spirited Away; il settimo cartone animato più di successo al mondo, subito dopo Biancaneve ma con 100 anni di meno di tempo; il quarto film di maggiore successo in Giappone... in Giappone rimane campione Spirited Away.
Non vale la pena.
Il successo di Your Name probabilmente riporterà l'animazione giapponese indietro di almeno 10 anni.
Non fraintendetemi: è un buon film. Ben animato, belle musiche, storia decente e bla bla.
E' anche banalissimo e stupidissimo, propone personaggi caratterizzati secondo stereotipi giapponesi da cui sembrava che l'industria si stesse finalmente allontanando, soprattutto si conclude con un finale appena migliore di quelli per cui Makoto Shinkai è famigerato.
Il successo di Your Name è frutto di un'eccellente campagna di marketing. Your Name è tratto da un libro scritto da Makoto Shinkai, ma non è veramente tratto dal libro: il libro è stato scritto in contemporanea alla realizzazione del film... è più un progetto multimediale. Le storie dovrebbero essere leggermente diverse. Il marketing di Your Name è stato così pressante e potente che il libro è stato tradotto in italiano prima dell'uscita del film.
I protagonisti di Your Name perpetuano quelle due condizioni che continuamente rovinano le storie romantiche giapponesi, salvo poche indimenticabili eccezioni: i personaggi sono incapaci di interpretare e comprendere i propri sentimenti, se non troppo tardi; i personaggi, quando finalmente consci dei propri sentimenti, reagiscono in modo sconsiderato, assurdo, illogico, incauto e sovente dannoso.
La trama: un ragazzo di città e una ragazza di campagna, per qualche motivo, ogni tanto, si scambiano i corpi. Vanno a dormire, si risvegliano uno nel corpo dell'altra. Tornano a dormire e le esperienze vissute sono come sogni difficili da ricordare. Cominciano a scambiarsi messaggi, lasciarsi appunti sui cellulari e calendari: condividono le rispettive vite.
Qui c'è il passaggio più cancerogeno della trama, qualcosa ben aldilà di una decente sospensione dell'incredulità da concedersi necessariamente a ogni opera di intrattenimento: i due si scambiano promemoria sui cellulari, aggiornano i rispettivi calendari sui cellulari, tengono conto delle rispettive attività con i cellulari.
Non gli viene in mente di chiamarsi.
Non possono chiamarsi. Se si chiamassero il film finirebbe con un'ora di anticipo.
Naturalmente, essendo un film giapponese, Your Name deve sparare minchiate filosofico-spiriturali a destra e a manca: inizialmente sembrerebbe trattarsi della solita pippa su ecologia e tradizione.
La ragazza di campagna che sogna la città, il ragazzo di città che si innamora della campagna: non è così.
I temi del film sono la memoria, i sogni e il tempo.
Qui c'è il secondo passaggio più cancerogeno della sceneggiatura: i due diventano presto consapevoli di quanto dicevo prima, della difficoltà di ricordare le esperienze vissute nel corpo dell'altro a causa della natura onirica delle memorie. Lo sanno. Lo sanno come sanno di faticare continuamente a ricordare i nomi l'uno dell'altra.
Non fanno niente per ovviare a questo problema. Se lo facessero il film finirebbe con una mezz'ora di anticipo.
A metà film circa, i due capiscono di essere innamorati e decidono di incontrarsi.
Ricapitolo prima di passare al resto: uno degli anime più di successo di sempre, straordinaria operazione di marketing, assolutamente mediocre.
SPOILER SPOILER SPOILER
A questo punto il film ruba la trama da quel cesso di dramedy romantico con Sandra Bullock e Keanu Reeves, the Lake House.
I nostri star-crossed lovers, non sono solo letteralmente star-crossed (pun intended con la cometa), sono anche space and time-crossed lovers. Vivono a 3 anni di distanza. Lui 3 anni nel futuro rispetto a lei.
Lei, manco a dirlo, muore 3 anni prima. Lui cambia il passato. Lei sopravvive al deep impact della cometa. Entrambi dimenticano i reciproci nomi, poi dimenticano tutta la storia.
Qui c'è il terzo passaggio più cancerogeno della sceneggiatura: la storia delle memoria onirica che scompare viene tirata all'estremo, all'assurdo. Non si tratta solo di dimenticare il nome l'uno dell'altra, che ci potrebbe anche stare: i due dimenticano completamente l'esistenza l'uno dell'altra. Dimenticano perché hanno fatto dei viaggi, come hanno fatto a salvare centinaia di persone, dimenticano pezzi talmente significativi delle proprie vite da richiedere un consulto neurologico e probabilmente un'operazione al cervello.
A Shinkai non interessa la logica, lo capisco, ma in Your Name manda semplicemente tutto a puttane in nome di una patetica poesia dove gli amanti dimenticano se stessi ma non l'amore e, dopo 5 anni di miseria, si ritrovano attraversando un ponte... NO. Si ritrovano attraversando un ponte ma non si riconoscono.
Passa qualche altro tempo, si reincrociano e questa volta si riconoscono... circa. Sanno di amarsi al primo sguardo, non sanno altro, si guardano e piangono e si chiedono 'kimi no na wa...?'.
Il film finisce. Sono passate due ore circa e mi gira ancora il cazzo.
I due si incrociano a Tokyo per 3 volte. A Tokyo. 3 volte.
Ho capito: sono destinati a stare insieme, niente può tenerli separati, ma che senso ha farli incontrare 3 volte per caso? E' un abuso di un abusatissimo luogo comune romantico.
Ce l'ho in casa, quindi leggerò pure il libro, ma il verme della delusione mi ha bacato il cuore.