In Calabria (Id, 2017): sono passati circa 6 mesi da quando lessi Summerlong, il primo romanzo di Peter S. Beagle dopo 10 anni di silenzio (e racconti brevi).
Non ho molto apprezzato Summerlong. In Calabria è peggio. In Calabria non è un brutto romanzo esclusivamente perché Beagle è un grande professionista della scrittura e un arstista, ma è al limite.
Tre sono i motivi principali del suo essere un fallimento.
Prima di tutto, la storia: un contadino calabrese trova un unicorno incinta nella propria fattoria. Segue casino.
Primo difetto: la presenza dell'unicorno. Il sospetto ritorno alla scrittura di Peter Beagle è sospetto e ancora più sospetto per giocarsi la carta dell'unicorno: è l'equivalente della reunion per i musicisti invecchiati rimasti senza soldi.
Quando Beagle scrisse il seguito dell'Ultimo Unicorno, fu un racconto eccellente e favoloso quasi come l'originale. Qui non ha niente a che vedere con quegli unicorni: In Calabria, un unicorno.
Secondo difetto: la trama è sostanzialmente la stessa di Summerlong. Una creatura fantastica, in Summerlong una dea, qui l'unicorno, arriva in un contesto rurale di vita normale e la stravolge facendo provare emozioni forti e nuove a persone di mezza età, cambiando l'ordine degli eventi naturali, causando ogni tipo di dramma e pericolo. In Calabria ha la stessa identica trama di Summerlong, gentilmente potremmo chiamarla una variazione sul tema, meno gentilmente mancanza di idee.
Terzo difetto: il libro è ambientato in Italia. I protagonisti sono italiani. Per dare una nota di italianità al testo, Beagle non ha trovato sufficiente utilizzare nomi italiani, ha voluto anche utlizzare parole italiane. Ci sono due problemi in questo: innanzitutto un autore intelligente come Beagle dovrebbe vergognarsi di far parlare dei personaggi in due lingue. I calabresi di In Calabria parlano ovviamente in italiano nella storia, noi li leggiamo in inglese perché Beagle è americano: ergo non ha senso che parlino in italiano ogni tanto nella storia, così da far sembrare che dei contadini calabresi in calabria possano parlare inglese e ogni tanto italiano come degli italiani di qualche Little Italy americana.
Il secondo problema è l'italiano in sé: lo si vede continuamente e anche a livelli molto alti, errori banalissimi di grammatica e ortografia. Società giapponesi da milioni di dollari di fatturato scriveranno cagate in engrish senza la minima vergogna, i cinesi pure; gli americani scriveranno stronzate in itagliano senza accorgersene, come quella povera idiota della Lawrence con il suo tatuaggio.
La Lawrence è una bionda attrice americana di 20 e rotti anni, è l'archetipo dell'essere scemi ed è pure una brava attrice; Beagle è un colto scrittore di quasi 80 anni, non può fare cose del genere.
In Calabria è pieno di parole italiane scritte con il genere sbagliato, di parole italiane inserite in modo casuale o evidentemente sbagliato.
Il contadino calabrese si innamora e chiama la sua bella 'tesora'.
Il contadino calabrese si incazza con qualcosa e chiama quella cosa 'porca miseria'... non rende, faccio un esempio: la frase 'Peter Beagle è un povero stronzo' nell'italiano di In Calabria sarebbe 'Peter Beagle è un porca miseria'.
Un brutto libro può capitare a chiunque, un libro come questo è peggiore: mancanza di cura, senilità, rincoglionimento, avidità... dite voi. Farò molta facita a prendere a scatola chiusa anche il prossimo inevitabile romanzo breve.
SPOILER SPOILER SPOILER
Il vecchio contadino si scopa la giovane sorella del suo amico postino. E' già la seconda volta in due romanzi consecutivi che un vecchio si scopa una giovane figa, Peter Beagle è seriamente un porca miseria rincoglionito.
Il segreto dell'Unicorno rimane tale per metà libro, poi tutti lo scoprono e la tv e la malavità vogliono la fattoria e gli unicorni. Il vecchio resiste, viene menato e avvisato un paio di volte: la malavità decide di ucciderlo ma il vecchio si fonde con il potere dei magici unicorni e diventa Capitan Calabria e batte tutti i criminali che se ne vanno senza mai più tornare.