Charlie the Choo-Choo (Id, 2017): ho frequentemente espresso il mio disappunto nei confronti dell'adattamento cinematografico della Torre Nera di Stephen King, a partire dalla scelta dell'attore protagonista. Posso provare a capirne i motivi, posso anche apprezzare Idris Elba, ma i contenuti legati all'essere un Clint Eastwood bianco e nobile sono alla base della caratterizzazione del personaggio originale.
Tutto ciò frettolosamente sintetizzato, ogni cosa è cambiata in seguito a un minuscolo e recente tweet ufficiale della produzione: NON è un adattamento della serie dei romanzi di King. NON è un adattamento: è il seguito.
Tutto cambia e milioni di possibilità esplodono montando le aspettative oltre l'infinito.
Il finale della Torre Nera fu così controverso e fastidioso che lo stesso King, sfruttando al massimo la meta narrazione, lo introdusse con una pausa nel narrato, avvisando il lettore che il finale avrebbe potuto risultare... odioso?
...però c'è un piccolo dettaglio. Minuscolo. Enorme.
Quel dettaglio sarà alla base del film, dei film. A questo punto devo sperare con tutte le mie forze che sia stupendo, fantastico e possa rendere onore al capolavoro di King. Dargli il finale-finale.
Tutto ciò detto, niente a che vedere con il libro in questione. Misteriosamente, ho scoperto, tradotto anche in italiano.
Non è un vero libro, certamente non è un libro per bambini nonostante la forma e l'apparente contenuto: è un collectible per appassionati della Dark Tower.
La forma è quella di una favola/libro per bambini piccoli, il protagonista è uno dei più appassionanti personaggi della saga.
Vale la pena leggerlo? No. Vale la pena possederlo e fare i fighi? Assolutamente.