Lezioni di Francese (French Lessons, 2001): viaggio gastronomico attraverso la Francia vissuto e raccontato dall'inglese Peter Mayle.
L'autore è un francofilo convinto e basa più o meno tutta la sua carriera nello spiegare all'estero la grandiosità della Francia, della Provenza, del cibo e del buon vivere francese.
...è l'autore del romanzo da cui venne tratto il film (brutto) con Russell Crowe.
Questo libro mi è stato regalato. L'avevo messo in mezzo alla scansia dei libri da leggere.
...poi mi sono reso conto che il regalante avrebbe avuto piacere di un mio commento in merito, quindi l'ho rapidamente iniziato e ancora più rapidamente finito.
Scrittura gradevole, veloce e leggermente umoristica come si conviene a un racconto di viaggio.
Mayle ci racconta la prima esperienza con il cibo francese, nononstante questo non sia il primo libro sull'argomento; poi si parla di tartufo e del culto (religioso) del cibo. Si passa a spiegare vita, soprattutto morte, e miracoli delle rane; poi di polli dalle zampe blu metallizzate; formaggi e lumache. Fiere e sagre di ogni genere. Locali per ricchi eccentrici.
I francesi mettono il cibo ovunque, in chiesa come dicevamo, anche in una gara automobilistica.
Chiaramente si parla di vino e dei modi corretti e ridicoli di degustare; si parla di come i francesi non sappiamo realizzare centri per diete dimagranti. Si conclude con la Guida Michelin e una serie di indirizzi di posti da visitare.
Riflettendoci: il mio unico altro libro sul cibo penso sia quello di Andrew Zimmern. Stesso argomento, tutto un altro genere. Ah, no. Dimenticavo Jiro e l'ho pure letto da poco.
Pensare che da ragazzino non mangiavo, pensare che quando ho conosciuto mia moglie pesavo 30 chili di meno e sembravo rachitico. Adesso esco di casa praticamente solo dietro promessa di cibo.
E' solo naturale che questi libri mi risultino sempre più interessanti, e questo è un particolarmente limpido esempio di edonismo culinario e del perché non valga la pena incazzarsi o cercare disperatamente di campare a lungo.
Va da sé, più che ovviamente, che questo libro avrebbe potuto chiamarsi Lezioni di Italiano.