Mobile Suit Gundam Iron-Blooded Orphans S2 (Kidou Senshi Gundam: Tekketsu no Orphans): una vera seconda stagione per il Gundam di maggiore successo degli ultimi anni, e uno dei Gundam migliori in assoluto di sempre. Non un nuovo cour. Orphans avrebbe dovuto finire con la prima stagione, ebbe 'troppo' successo, il finale venne riscritto per essere più aperto e dare modo di continuare.
Togliamo da parte il commento meno utile: tecnicamente Orphans stagione 2 è pure peggio della prima; tutto il budget Sunrise, d'altro canto, è andato a coprire i nobili autori chiamati a scrivere la storia e dirigere gli episodi. L'animazione è subordinata.
Va benissimo così: Orphans non è orrendo da guardare, ma da un punto di vista strettamente tecnico si piazza deciso nella fascia medio bassa delle produzioni televisive nipponiche; medio-bassa-bassa se confrontata con le più recenti produzioni Gundam... ovviamente un paragone con Thunderbolt e Origin non sarebbe corretto per le differenze produttie, ma anche con Unicorn... anche Unicorn bara un po' a livello di rapporto produzione-qualità data la sua origine OAV. In ogni caso, indipendentemente da come Sunrise abbia prodotto le sue ultime sparate nell'Univesal Century, è indubbio che Orphans sia qualitativamente il fratello povero.
Tutto questo importa poco, non zero ma poco: chiaramente in una serie come questa con i robot che combattono nello spazio, il design e il mecha design, l'animazione non sono aspetti davvero secondari. In Orphans lo diventano perché la storia e la caratterizzazione dei personaggi sono straordinarie.
Questa seconda stagione è narrativamente più complessa, e un po' meno compatta e solida, con diversi episodi troppo enunciativi dedicati a spiegare le motivazioni politiche, sociali ed economiche dietro i comportamenti delle grandi potenze; MA resta assolutamente ed eccezionalmente coraggiosa nel presentare una quantità di condizioni e situazioni realmente uniche in una serie di Gundam e negli anime in genere.
Viene completamente a mancare il concetto di protagonista, Orphans S2 è corale in modo spietato: Mikazuki, il pilota, è ridotto a mero ingranaggio meccanico, completamente inerme e inutile fuori dalla cabina di pilotaggio, clinicamente disabile e impedito a coltivare qualsiasi sogno o attività post-bellica, unicamente un servitore del combattimento. Non esiste un personaggio simile a Mikazuki: un paralitico sociopatico abile solo quando direttamente connesso al suo robot, allo stesso tempo un personaggio squisitamente positivo devoto e determinato a superare qualsiasi limite pur di raggiungere il proprio altruistico scopo. Orga e McGillis diventano due facce della stessa medaglia, francamente indistinguibili dai villain dichiarati della serie: molto più che in qualsiasi serie di Gundam, qui è praticamente impossibile distinguere tra buoni e cattivi, esiste solo una conflittualità di vedute e l'impossibilità di essere felice non a discapito di altri.
La serie esplora un po' di più il passato e il background del setting, cadendo forse eccessivamente in una rinnovata mitologia del Gundam come super macchina e non più semplice pezzo di tecnologia: l'introduzione di Bael (con il suo classico aspetto da Gundam cattivo stile Epyon o Master Gundam) limita e sovverte parzialmente i parametri del conflitto militare fino a quel momento espressi perfettamente da Orphans.
La faccia più brutta della guerra con i bambini soldato, la mafia e i trafficanti di armi, le armi proibite e chi le usa, etc etc.
Giusto per non farsi mancare in profondità, la seconda stagione pesta ancora più duro sullo sfruttamento minorile arrivando a toccare in modo molto esplicito anche pedofilia, sfruttamente sessuale di minori e cose simili.
Orphans non è una serie per bambini, neppure lontanamente e la seconda stagione ancora più della prima: bruttino da vedere, solo storia, tematiche adulte e disturbanti.
Anche nei suoi dettagli, Orphans spezza gli stereotipi e prova a sperimentare nei modi più imprevisti e improbabili: prendete per esempio il finto triangolo amoroso con al centro Mikazuki.
Non è un triangolo competitivo, ma praticamente un rapporto poliamoroso dove le due donne sono amiche, amano lo stesso uomo e sarebbero contente che lui si sistemasse con una o entrambe.
La straordinarietà di questa prospettiva non è una concessione al classico harem hentai dei giapponesi, ma deriva esclusivamente dall'ammontare di tragedia infusa nel mondo di Orphans: il conflitto e la morte sono ovunque, non è semplicemente possibile o anche solo immaginabile per gli Orphans sprecare del tempo a combattere tra loro. Briciole di felicità da condividere uniti contro tutti.
In Orphans c'è persino un personaggio dichiaratamente omosessuale.
Il finale è perfetto: muoiono in tanti, si salvano in tanti. Lo spirito della serie è straordinariamente portato avanti fino alla fine, l'ideologia senza villain consente un epilogo assolutamente squisito e gratificante.
Iron-Blooded Orphans non è solamente la miglior serie di Gundam mai prodotta, è uno dei migliori cartoni animati mai realizzati e, narrativamente (è obbligatorio aggiungerlo), un'opera che travalica i confini stretti dell'anime giapponese.
SPOILER SPOILER SPOILER
Non c'è lo scontro tra McGillis e Mikazuki, o tra Orga e Mikazuki che avevo immaginato fin dal primo episodio della prima stagione. McGillis, Mikazuki, Orga, Akihiro e Hush muoiono.
Atra dà alla luce il figlio di Mikazuki, Atra e Kudelia vivono e (lo) crescono insieme.
Rustal diventa il capo della Terra, Kudelia il capo di Marte: un po' di sopravvissuti di Tekkadan diventano parte della squadra di Kudelia; un po' di sopravvissuti di Tekkadan formano una specie di cellula terroristica e tagliano un paio di fili rimasti in sospeso. Quasi tutti i 'cattivi' sopravvivono.
La fine di Barbatos è da cineteca: per abbattere Mikazuki (e Akihiro) sono necessari due eserciti e un bombardamento dallo spazio.