Jack Reacher Never Go Back: seguito del precedente Jack Reacher del 2012. Il precedente Jack Reacher, il primo film, è basato sul nono libro della serie scritta da Lee Child; questo Jack Reacher, il secondo film, è basato sul diciottesimo libro della serie.
Così, a cazzo.
I libri di Jack Reacher sono solitamente autoconclusivi con, al massimo, un sottoplot consecutivo a gruppetti di libri: Never Go Back è il quarto (e presumibilmente ultimo) libro in una di queste mini-serie interne. Nel tentativo di trasporre in qualche minima parte questa esistenza di eventi precedenti alla trama del film, il regista realizza un mini-film introduttiva nella più classica e nobile tradizione degli action americani. Ecco. Il mini-film è la parte migliore del film.
Jack Reacher 2, ancora più di tutte le più recenti produzioni con Tom Cruise, raggiunge a tutti gli effetti il valore di Taken di Tom Cruise. L'attempato action hero si gioca la carta della presunta figlia, si gioca la carta del dialogo telefonico con incredibile minaccia di morte (ti spacco le braccia, le gambe e po il collo), e non lesina in scene con il protagonista senza maglia: fisico invidiabile ma anche in evidente declino.
Il regista è Edward Zwick, ex-regista di roba ad alto budget e successo come The Last Samurai e Blood Diamond, eccellenze anni '80 come Glory e altri film con Denzel, e indimenticabile autore di Vento di Passioni.
Never Go Back segna probabilmente (perché non li ho visti tutti) il punto più basso della sua carriera: persino Vento di Passioni ha più motivi di esistere come prodotto anni '90 con Pitt.
Never Go Back è una cagata che vede l'eroe di Child, l'ex-super-militare-ora-drifter (barbone è brutto) tornare a Washington per rimorchiare, scoprire (forse) di avere una figlia di cui non sapeva, sventare la solita corruzione dentro l'esercito.
A fargli da spalla, Cobie Smulders nel ruolo di Maria Hill.
La Smulders può fare il soldato in un film della Disney, ma in un film 'realistico' e gritty come Jack Reacher la sua presenza militare è scarsetta.
Il film è una mezza boiata.
Così, a cazzo.
I libri di Jack Reacher sono solitamente autoconclusivi con, al massimo, un sottoplot consecutivo a gruppetti di libri: Never Go Back è il quarto (e presumibilmente ultimo) libro in una di queste mini-serie interne. Nel tentativo di trasporre in qualche minima parte questa esistenza di eventi precedenti alla trama del film, il regista realizza un mini-film introduttiva nella più classica e nobile tradizione degli action americani. Ecco. Il mini-film è la parte migliore del film.
Jack Reacher 2, ancora più di tutte le più recenti produzioni con Tom Cruise, raggiunge a tutti gli effetti il valore di Taken di Tom Cruise. L'attempato action hero si gioca la carta della presunta figlia, si gioca la carta del dialogo telefonico con incredibile minaccia di morte (ti spacco le braccia, le gambe e po il collo), e non lesina in scene con il protagonista senza maglia: fisico invidiabile ma anche in evidente declino.
Il regista è Edward Zwick, ex-regista di roba ad alto budget e successo come The Last Samurai e Blood Diamond, eccellenze anni '80 come Glory e altri film con Denzel, e indimenticabile autore di Vento di Passioni.
Never Go Back segna probabilmente (perché non li ho visti tutti) il punto più basso della sua carriera: persino Vento di Passioni ha più motivi di esistere come prodotto anni '90 con Pitt.
Never Go Back è una cagata che vede l'eroe di Child, l'ex-super-militare-ora-drifter (barbone è brutto) tornare a Washington per rimorchiare, scoprire (forse) di avere una figlia di cui non sapeva, sventare la solita corruzione dentro l'esercito.
A fargli da spalla, Cobie Smulders nel ruolo di Maria Hill.
La Smulders può fare il soldato in un film della Disney, ma in un film 'realistico' e gritty come Jack Reacher la sua presenza militare è scarsetta.
Il film è una mezza boiata.
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