A Monster Calls: mi è piaciuto molto... poi mia moglie mi ha spiegato il finale e mi è piaciuto anche di più.
Certo, dopo la seconda storia avevo abbandonato l'idea dell'action fantasy alla Drago Invisibile e afferrato l'idea più subconscio-hulk-psicologica dietro tutta la questione del mostro, ma la mia spiegazione per il finale era sul genere Storia Infinita. La spiegazione che mi è stata spiegata con ironia e mal celato scherno è chiaramente quella corretta, la condividerò a fine post.
Produzione spagnola in inglese con attori inglesi e americani, storia adattata dal romanzo omonimo di Patrick Ness: bambino inglese con genitori divorziati, vive con la madre in UK, il padre vive negli USA, la madre è malata terminale, la madre della madre è Sigourney Weaver e non è proprio la più affettuosa delle nonne. A scuola lo bullano.
Una notte il bambino viene svegliato e trova una specie di Ent con nucleo di fuoco alla finestra (per la cronaca: Yew Tree, da noi Tasso [?] una specie di conifera) che in modo decisamente estemporaneo gli dichiara l'intenzione di raccontare 3 storie, fatto ciò sarà il bambino a dovergli raccontare una quarta storia. Volendo essere più specifici, il mostro è il classico green man di varie simbologie in giro per il mondo.
(a questo punto immaginavo una storia tipo Mille e Una Notte con il mostro di allineamento neutrale che alla fine sarebbe diventato amico del bambino)
Di giorno il bambino vive il dramma della lunga morte della madre, di notte il mostro lo intrattiene con storie dalla morale decisamente ambigua.
Il mostro è in cg ed è Liam Neeson, le storie sono in animazione pittorica (molto bella): tutta l'animazione è made in Spagna.
La regia è di JA Bayona, precedentemente lo scarso horror The Orphanage e il film sullo tsunami The Impossible.
Il bambino è inaspettatamente bravo a recitare e non odioso, il contorno sociale intorno a lui è particolarmente sensibile e realistico, il mostro è impeccabile così come il doppiaggio di Neeson e l'animazione d'accompagnamento.
Toni e atmosfere e temi sono decisamente dark, e così vengono largamente definiti in giro per la rete, ma niente a che fare con Burton: a Monster Calls è un gran film, dark in modo intelligente e sensibile.
SPOILER SPOILER SPOILER
A un certo punto, grazie al mio occhio di falco, noto una foto appena intravista del probabile nonno della storia, Liam Neeson, e penso: guarda che furbi, sbattono Neeson nella foto del nonno per fargli fare un easter egg.
Mi rendo conto di essere troppo nerd e cercare la spiegazione più di nicchia per qualcosa di squisitamente semplice.
Il mostro è una mezza via tra uno strumento di elaborazione del lutto e della colpa, e una vera entità sovrannaturale/spirito del nonno: la madre negli ultimi momenti prima del finale vede il mostro. Il mostro c'è: qualcuno potrebbe dire che sia il bambino a immaginare che la madre veda il mostro, ma il bambino non sta guardando ed è distratto ed è forse addormentato, è l'occhio esterno del regista a mostrare lo scambio di sguardi tra la madre e il bambino, conseguentemente sono propenso a concedere un margine di reale esistenza al mostro.
Nel finale, inoltre, si vede il bambino nella camera che fu della madre nella casa della nonna: il bambino sfoglia un libro illustrato disegnato dalla madre al tempo della morte del padre, i disegni del libro mostrano le stesse scene dei racconti del mostro al bambino e altre scene uguali a quelle viste del mostro con il bambino ma con il mostro e la madre-bambina.
Io ero: guarda che figo, la madre aveva previsto il futuro/disegnato un libro Storia Infinita per la futura elaborazione del lutto del figlio/evocato il mostro; non avevo afferrato che il mostro fosse effettivamente il nonno e non solo un easter egg... o che anche la madre al tempo della morte del padre avesse in qualche modo vissuto lo stesso trauma del figlio.