Odin Sphere Leifthrasir: con moderazione e attenzione, la moda dei remake/remaster può essere effettivamente sfruttata da un XBOX 360 come me (e come altri) per colmare le lacune del periodo PS3 (fine PS2).
Spesso si tratta di prodotti subpar, raramente i risultati sono in grado di oscurare la qualità dell'originale e di rapportarla efficacemente alle nuove tecnologie.
36 ore e 40 miunti per finirlo e prendere tutti i trofei, un remake talmente perfetto da mettere in secondo piano quello di Ratchet and Clank... praticamente sotterrato.
A suo tempo, a dire il vero, Odin Sphere non mi aveva interessato (uscito nel 2007 su PS2); l'avevo, invece, molto voluto durante la riedizione digitale del 2011 per PS3.
Cinque anni dopo ho potuto finalmente spuntarlo dalla mia lista dei giochi da recuperare.
Non ne fanno molti di giochi come Odin Sphere, l'unico simile a venirmi in mente in tempi recenti e con una certa qualità è Dust an Elysian Tail.
Brevissima intro, essendo il gioco noto: 2D sidescrolling action-rpg.
Cinque personaggi giocabili tra cui NON si può scegliere: ognuno ha la sua storia giocabile dove è protagonista, ogni storia è interconnessa alle altre; queste storie non si sviluppano in parallelo, sono temporalmente sfalsate con alcune sovrapposizioni narrative: possono fungere da prequel e sequel parziali, le une delle altre.
Il lavoro di editing e strutturazione della sceneggiatura è tra i più raffinati e preziosi visti in un videogioco: non sto parlando di qualità di scrittura, Odin Sphere non è un GTA 5 o un The Last of Us, mi riferisco decisamente alla complessa ed elaborata impostazione narrativa: una lavorazione complessa e articolata che richiede impegno e attenzione al giocatore, fatto assolutamente raro, se non unico, in un titolo del genere.
Action-rpg possono avere belle storie con bei personaggi e drammi e colpi di scena, ma tendono a seguire un percorso lineare, narrativamente semplice; in generale i videogiochi raramente si azzardano a eseguire montaggi che rendano complicato seguire la trama.
Odin Sphere sceglie la strada non battuta e il risultato è eccezionale: la storia per sé è un drammone fantasy con 5+1 personaggi accoppiati in modo piuttosto tradizionale, storie con temi ricorrenti di predestinazione, amore e difficili rapporti famigliari.
Sono gli ultimi giorni prima della fine del mondo, dell'Armageddon: tutti i segni predetti da un'antica profezia si stanno avverando, la fine del mondo è davvero vicina e tutti lo sanno. I regni del mondo di Odin Sphere sono tutti più o meno in guerra tra loro, nell'ombra poteri non convenzionali tramano per il controllo del mondo post Armageddon.
I protagonisti sono principi, principesse e migliori cavalieri: la politica è impiegata a suon di spadate e combo.
Il design è chiaramente l'aspetto più vistoso di Odin Sphere: la versione PS4 è uguale all'originale ma presenta una programmazione decisamente migliorata con solo rarissimi (davvero rarissimi) cali nel framerate.
Sembra di giocare a un cartone animato è una cazzata, sembra di giocare a un gioco splendidamente animato.
Le componenti rpg sono limitate: i peronaggi salgono di livello acquisendo nuove abilità e mosse, la progressione è però più o meno già impostata e le possibilità di scelte a livello di quali skill attivare per prime sono poche.
C'è un sistema di alchimia e uno di cucina: il primo sostanzialmente dedicato a variare le possibilità offensive dei personaggi, il secondo fondamentale per i punti esperienza. Entrambi questi sistemi sono molto semplici: l'alchimia è sostanzialmente inutile, la cucina diventa ripetitiva presto.
A livello di gameplay, la qualità di Odin Sphere si vede nel sistema di combattimento e nelle differenze notevoli tra i personaggi, pur mantenendo controlli e similitudini dovute al motore di gioco. I personaggi sembrano uguali ma si comportano in modo molto diverso tra loro.
Cornelius è un tank che dà il meglio di sé uno contro molti, il peggio di sé negli scontri aerei; Oswald è straordinario nei duelli ma fatica a gestire più nemici alla volta; Gwendolyn domina l'aria ma le manca potenza; Mercedes è... beh, è l'unica con un'arma da fuoco quindi è particolarmente più divesa dagli altri; Velvet è il più all around.
Il livello di difficoltà è circa ben bilanciato, dove il 'circa' è dovuto non tanto alle differenza tra difficoltà 'facile' e 'normale' e 'difficile' e le varie più difficili, ma alla possibilità di grindare livelli d'esperienza e diventare troppo più forti dei nemici.
E' un ottimo gioco e in questa sua ultima versione è un gioco quasi perfetto.