L'Uomo e il Cane (Id, 2010): è normale affidare all'età giovanile il dominio sugli estremismi di pensiero e comportamento. E' più facile essere super fascisti o lottatori comunisti da teenager.
La vecchiaia dovrebbe essere l'età della saggezza, etc.
Chiunque viva, sa che non è così.
Agli estremi della vita corrisponde una circolarità del pensiero. I vecchi e i giovani sono diversamente estremisti allo stesso modo.
Tutto ciò per dire che, dopo aver per anni difeso le persone spaventate dai cani con discorsi buonisti 'ognuno ha diritto' e cose del genere, oggi trovo che la paura del cane sia una deficienza genetica e/o un comportamento deviante della psiche.... specialmente quel vasto numero di idioti che ha un cane pur avendo paura di tutti gli altri cani.
...ero qui tutto intrippato e mia moglie mi chiama di là per vedere qualcosa di assolutamente imperdibile: Casa Siffredi, reality show sulla famiglia Rocco.
Normalmete venero Rocco, ma il reality sulla sua famiglia posso perdermelo. L'effetto è stato tuttavia astringente sulle elucubrazioni.
Ho preso qualche altro libro sul cane, d'altra parte è uno degli argomenti principali della mia vita.
Ah, giusto: questo non è il romanzo di Cassola, è un saggio di zooantropologia scritto da Vittorino Meneghetti, uno dei massimi esperti italiani di Cane.
I saggi rispondono a domande, se mi ricorderò di questa mia importante scoperta userò lo schema a seguire ogni volta che parleremo di saggi.
Cosa è il cane? Come è nato il cane? Quale è la storia del rapporto tra uomo e cane? Cosa sono le razze di cane?
Uhm, sì: non corrispondono a tutte le parti del saggio ma, grossomodo, queste sono le domande a cui trovare risposta leggenre il presente libro.
La parte che ho trovato più interessante è l'inizio, dove Meneghetti riporta espandendo e integrando con altre e la propria esperienza, le teorie dei coniugi Coppinger.
In estrema sintesi: il cane non è il prodotto di un cucciolo di lupo preistorico 'rapito' e addestrato dall'uomo preistorico. Ci sono vari motivi per cui non sia così, la logica è solida.
Il cane è il prodotto dell'esistenza di esseri umani organizzati in villaggi: alcuni lupi preistorici 'naturalmente' portati in questo senso, trovarono più facile diventare frequentatori delle discariche alimentari umane, piuttosto che cacciare. Si parla di auto-addomesticamento, di evoluzione naturale e non di selezione artificiale.
A forza di vivere degli avanzi umani, il lupo si è trasformato in protocane.
Un esempio, che andrebbe verificato, che mi ha particolarmente impressionato di questa teoria è quello del circo: al circo si trovano e vedono leoni e altre fiere addestrate, nessun lupo. Il lupo non sarebbe addestrabile/addomesticabile.
Successivamente si parla e teorizza il passaggio da protocane a cane moderno, cane utile e da compagnia: si parla di comportamenti ancestrali o moderno, come di un insieme di caratteri più lupini o canini; si percorre la storia del cane dall'Africa alla Mesopotamia, passando per l'antico Egitto, Grecia e Roma. Pitture rupestri, altre forme d'arte.
Le prime funzioni del cane furono assistenza alla caccia, alla pastorizia, da guardia, da guerra: queste funzioni fondamentali nella vita degli uomini preistorici e antichi portano il cane a entrare nel mito e nella religione.
Fin qui tutto bene.
Arriva il Medioevo e tutto va a rotoli: i moltissimi cani abbandonati dal crollo della civiltà umana si trasformano in randagi pericolosi e sporchi, le religioni oscurantiste del mondo (i Cristiani e l'Islam) li mettono più o meno al bando. Meneghetti sorvola in modo abbastanza spiccio su questo periodo, appena appena accennado a una ripresa di coscienza del rapporto uomo cane intorno all'umanesimo e secoli seguenti.
Non è un capitolo sviluppato sufficientemente, soprattutto rispetto a quello dedicato alla storia antica, conseguentemente risulta piuttosto superficiale.
L'ultima parte del saggio è dedicato al concetto di razze canine: esistono le razze pure? Quali sono state le prime razze evolutesi dal protocane? Si parla di storia delle classificazioni di cane, si parla di memoria di razza, ma la conclusione finale è che i cani siano una delle specie animali con la più alta e complessa diversificazione al mondo, e che sia sostanzialmente impossibile (molto difficile) distinguere esattamente le razze. Lo stesso cane viene chiamato in modi diversi in diverse parti del mondo, perché l'uomo vuole difendere la proprietà e l'origine delle cose con il cane come con i cibi, vini, invenzioni e altro.
Si parla di test genetici e bla bla. C'è un lungo e approfondito capitolo sui molossi (solo sui molossi, non comprate questo libro per trovarvi la storia della vostra razza preferita).
Alla fine si tratta brevemente anche il concetto di addestramento.
200 e poche pagine, scritto gradevolmente, scorrevole.
Vi fa venire voglia di dire a quelli che scassano il cazzo perché avete un cane (libero) che dovrebbero morire perché sbagliati secondo la storia e i geni umani.