The Last Witch Hunter: ci aspettavamo una vaccatona e invece dirlo divertente è poco.
Lasciamo perdere la sceneggiatura, chissenefrega, e per essere un film dove Vin Diesel interpreta un immortale cacciatore di streghe, c'è persino troppo peso alla storia.
Diretto da Breck Eisner, autore nel 2005 del simpatico Sahara, the Last Witch Hunter è visivamente bello, con un Vin Diesel in forma e un setting urban fantasy che è il miglior setting urban fantasy vistosi in un film americano. Sembrerebbe tratto da un romanzo.
E' stato un flop non imprevedibile, discussioni di un ipotetico seguito sono più o meno morte (e tanto meglio, così Diesel potrà concentrarsi sul portare Riddick in tv), ma il film avrebbe meritato spettatori molto più competenti. Di Underworld ne hanno fatti 4, il quinto in arrivo.
The Last Witch Hunter, rispetto a Underworld, sembra Casablanca.
E' un film che piacerebbe sicuramente ai lettori di YA e chiunque sia capace di apprezzare quanto cool sia Vin Diesel.
Si parte circa medioevo con cristiani guerrieri con baffi e tagli di capelli improbabili: un raid party contro la fortezza della Witch Queen. La sconfiggono ma Vin Diesel, il miglior Conan il Barbaro da Arnold, viene maledetto con la vita eterna.
Si passa ai giorni nostri, Vin è Highlander ed è considerato un'arma vivente in mano a un'organizzazione composta dalla Chiesa e dal Consiglio delle Streghe Legali. Ci sono anche le streghe non legali, scoppia una specie di rivolta e Vin dovrà vincere.
Ci sono cartoni animati giapponesi di successo con trame simili ma trattate in modo decisamente peggiore, il problema di The Last Witch Hunter, come spesso succede in presenza di Vin Diesel, è una forma di schizofrenia confusa su quale sia il target del film.