infodump: ho deciso di non fare più (aka non ho voglia di fare) un infodump con gli episodi 1 della nuova stagione degli anime. Elenco quelli che guardo: Assassination Classroom, Boku dake, Bubuki, Dimension W, Grimgar, Luck and Logic, Rakugo.
Sono indeciso a proposito di Active Raid, Ajin e Phantom World. Sto continuando a guardare (per amore di completezza): Gundam Orphan, Gundam Origin, Gundam Thunderbolt, Haikyuu, Heavy Object, Lupin, Utawarerumono. E avrei sempre da guardare il mio adorato-ma-non-riesco-a-cominciarlo Fate.
Tutto quello che non ho citato in materia di serie animate nipponiche in corso, tranne quelli con più di 3 marinarette + nessuna arma nelle immagini promozionali, li ho visti e mi ha fatto schifo dopo 1 o 2 episodi.
Boruto - Naruto the Movie: ci sono vari post indietro per il blog dove parlo del finale (animato e manga) di Naruto e del suo non-seguito dedicato al figlio Boruto. Questo è il film d'animazione dedicato appunto a Boruto, che però raggiunge il suo meglio nel finale quando si sposta su Naruto e Sasuke. E comunque non è un granché.
Samurai di Leonardo Vittorio Arena: mi intrigava l'idea di un non-saggio sui samurai dove dai fatti realmente accaduti si ottenessero narrazioni romanzate di celebri personaggi della storia giapponese. Sfortunatamente il narrato non è ben fatto.
Sottomissione di Michel Houellebecq, l'avevo comprato prima che diventasse famoso... diciamo prima che diventasse troppo famoso. L'ho cominciato due volte, mi ha annoiato allo stesso modo a distanza di mesi l'una dall'altra: l'ho leggicchiato veloce giusto per finirlo e non posso dirmi particolarmente entusiasmato dallo sviluppo della trama, dal finale o dalla narrazione in sé.
E' bello sottomettersi ai forti che ti offrono protezione e perks, la vita è più facile, etc. Alla fine sembra, quasi, che tutto si riduca all'incapacità del maschio occidentale di parlare / avere relazioni con l'altro sesso: meglio l'islam e le sue donne sottomesse.
Cowboy di Ramon Adams. Questo è stato un apprezzatissimo regalo di qualche anno fa, mi ci è voluto un po' a leggerlo perché è un testo particolare. Edizione italiana Feltrinelli del 1958 dell'originale The Best of the American Cowboy del 1957. Antologia di diari, canzoni e documenti d'epoca degli anni d'oro della frontiera americana: in pratica una raccolta di testimonianze dirette dei cowboy che furono. Molto interessante, molto bella grazie anche alle tante illustrazioni del tempo.
Tales of Zestiria: l'ultimo uscito nella serie Tales. Credo sia il primo che gioco, potrei averne giocati altri allo stesso modo di questo: provato per un'oretta, disprezzato lo stile poco originale e troppo giapponese stereotipato, il gameplay di combattimento fastidioso e la narrazione infantile. D'altra parte l'unico jrpg a essermi piaciuto da anni è statao Disgaea 5, non faccio testo a giudicare Zestiria.
Jotun: questo è un gioco che avrebbe meritato maggiore considerazione da parte mia, e se fosse arrivato due, anche solo un anno fa, l'avrebbe avuta. Eccellente grafica disegnata a mano, gameplay semplice ma perfettamente integrato e realizzato, boss battle, esplorazione, visuale isometrica... l'ultimo gioco 'identico' a cui ho prestato tempo, senza peraltro finirlo, è stato Titan Souls.
Jotun ha tutti i pregi e i meriti, sono io a non aver più voglia di questi giochi.
Darkest Dungeon: uno dei roguelike più discussi degil ultimi tempi, è stato in early access per una vita ed è ora disponibile in versione circa completa. 'Circa' perché continuamente patchato causa bug. Tetro e cupo, visuale laterale, combattimenti a turni: il gimmick riguarda lo stato mentale dei personaggi. Chiunque abbia mai avuto la possibilità e il piacere di giocare a The Call of Cthulhu, intendo il gioco di ruolo carta e dadi, sa di cosa si stia parlando: combattere e incontrare mostri pretende molto dalla psiche degli eroi. Nel corso delle missioni, gli eroi possono 'impazzire' in vario modo e bisogna quindi tenere in considerazione non solo gli hp ma anche la sanity. Sta piacendo ed entusiasmando molti, non me.