Bridge of Spies: Steven Spielberg dirige un film co-sceneggiato dai fratelli Cohen. Partiamo da qui.
E' il miglior film di Spielberg da Salvate il Soldato Ryan (1998): non voglio dire che siano stati 18 anni di film di merda ma... giusto Munich, Lincoln.
Qui c'è talmente tanto bel cinema da farmi quasi ben sperare per Ready Player One.
Sarò orribilmente deluso.
Sceneggiatura: non è tutta farina dei fratelli Cohen, stando ai credits, ma è anche vedo che solo i fratelli Cohen, e solo un regista con il peso di Spielberg, avrebbero potuto realizzare un film basato su una sceneggiatura come questa.
Andate indietro con la memoria, pensate all'ultimo film che avete visto composto da due storie consecutive. Il cinema americano non funziona così, nessun cinema funziona così: i canonici tempi narrativi dello spettacolo, qui, vengono completamente stravolti; lo spettatore viene messo a durissima prova, secondo la considerazione media concessa agli spettatori dal cinema, e sfidato a rimanere attento.
Due film. Uno migliore dell'altro, uno 'propedeutico' all'altro.
Nel primo di spionaggio c'è poco e niente: Mark Rylance è una spia russa in America, viene catturato. Tom Hanks è l'avvocato a cui tocca fingere di offrirgli un regolare e onesto processo secondo l'American Way. Governo, CIA, colleghi, opinione pubblica e soprattutto il giudice hanno già deciso colpevolezza e condanna a morte. Tom Hanks deve solo prestarsi al gioco.
Non ci sta, vuole che la spia abbia una regolare difesa.
Non è la trama di un film di spie, è la trama di un film tratto da un libro di Grisham dove l'ipotetica giustizia del sistema americano viene messa alla prova da etica e corruzione morale.
Dov'è il ponte? Dove sono le spie a parte il gimmick dell'imputato?
Finisce il processo. Tom Hanks torna a casa e il film finisce.
No. Finisce il processo. Tom Hanks torna a casa e il film comincia, comincia il secondo film.
Quello di spie.
Mentre succedeva quanto sopra, nella parte finale di quanto sopra, letteralmente concatenata alla chiusura della prima narrazione, viene avviata la storia che vede una spia americana catturata in Russia, messe in moto le ruote che porteranno alla negoziazione e allo scambio sul ponte.
E' una sceneggiatura unica.
Il resto è tutto in linea e di alto livello: la mia futura moglie ha trovato ammirevole la fotografia, gli attori recitano tutti alla grande, funziona tutto alla perfezione compreso il finale eroico all-american con l'uomo solo, onesto e retto al comando. E il riposo del guerriero vegliato dalla moglie devota.