Uomini Senza Donne (Onna no inai otokotachi, 2014): normalmente parlando di edizioni italiane di opere giapponesi, specialmente raccolte di racconti, sono sempre infastidito e urtato da assenze, selezioni, proposte non integrali dell'originale.
Questa volta, invece, ci troviamo con qualcosa in più.
La raccolta originale è composta da 6 racconti, i cui titoli (parlo dell'edizione Einaudi) sono misteriosamente alcuni in italiano, altri inglese (cosa che mi farebbe sospettare una traduzione intermedia dall'inglese, l'edizione Einaudi non riporta informazioni in questo senso): 'Drive My Car', storia di un attore di teatro/televisione vedovo e della sua autista; 'Yesterday', il cui titolo inglese è corretto essendo la canzone dei Beatles, storia di giovani ai primi anni di università, fallimenti e futuro; 'Organo Indipendente', connesso al racconto precedente: uno dei personaggi del precedente è l'autore fittizio che racconta la storia di un playboy innamorato; 'Shahrazād', un uomo ipoteticamente all'interno del sistema di protezione testimoni o qualcosa di analogo, costretto in casa senza contatti con l'esterno, viene visitato da una donna che gli racconta delle storie; 'Kino', l'unico racconto vicino alla moderna sensibilità dell'autore, è la vicenda di un barista che ha turbato l'ordine cosmico; infine, 'Uomini Senza Donne', che non è proprio una storia quanto piuttosto una breve disquisizione sull'aver amato e perduto l'amore.
A questi 6 racconti, per qualche motivo posto come penultimo prima di Uomini Senza Donne, l'edizione italiano ne aggiunge un settimo tratto da una raccolta di storie d'amore curata da Murakami (Ten Selected Love Stories), per la quale egli stesso scrisse un pezzo. 'Samsa Innamorato' inizia come l'opposto di Kafka: una mattina uno scarafaggio si sveglie e scopre di essere diventato Gregor Samsa. Poi si innamora.
Mettiamo da parte 'Samsa Innamorato', perché pur essendo una gradevole aggiunta non condivide la ripetizione di contenuti variati degli altri racconti: tutti i racconti di Uomini Senza Donne trattano una serie di temi simili, variati certamente e nascosti all'interno di trame diverse, ma assolutamente e immediatamente riconoscibili.
I protagonisti sono tutti uomini, tutti hanno a che fare da un lato o dall'altro con donne che li tradiscono (mariti traditi con amanti, amanti traditi con terzi amanti); tutti affrontano anche l'amicizia maschile, spesso inserendola in contesti triangolari con l'aggiunta di tradimenti, quasi mai drammatici, più spesso tollerati con una specie di cameratismo consapevole che tanto tocchi a tutti.
Drive My Car è il racconto migliore, Organo Indipendente il peggiore: nessuno dei racconti vale particolarmente la pena di essere letto, l'insieme è comunque soddisfacente per un fan di Murakami.