The Walk: biopic eroico di Robert Zemeckis sulla storica 'camminata' dell'equilibrista francese Philippe Petit su un cavo teso tra le Torri Gemelle di New York. Anno 1974, poco prima della loro inaugurazione.
Joseph Gordon-Levitt nel ruolo protagonista: parrucca rossa e lenti azzurre, accento francese.
Si comincia con la gioventù di Petit, la passione per il wire walking, il maestro circense, la disapprovazione del padre, la fuga a Parigi per diventare artista di strada, l'incontro con la sua compagna e 'prima complice', la nascita del sogno e della sua identità artistica di "camminatore sul filo illegale teso tra posti dove il filo non dovrebbe essere teso".
Trasferimento a New York e i mesi della preparazione, l'impresa.
Andamento piuttosto semplice, narrazione in crescendo, finale visivamente spettacolare: gli effetti speciali fanno il paio con Everest... che ho visto ma ora mi accorgo di non averne scritto qui. Impressionante utilizzo del set virtuale, ormai realmente indistinguibile dalla realtà.
The Walk, però, non è solo un film su Petit. E', anzi, più un film di orgoglio americano.
E' dedicato alle vittime del 11 Settembre ed è una forma di idolatria cinematografica per le torri crollate, con il francese Levitt innamorato dell'America che alla fine del film dichiara orgogliosamente di essere un newyorchese.
Il finale risolleva la noia della prima metà, l'accento francese di Levitt diventa tollerabile dopo un po' (ma solo tollerabile), i coprotagonisti sono assolutamente inutili, l'idea che Petit racconti la sua storia da in cima la Statua della Libertà (qui il set virtuale è decisamente meno gradevole) è scema.
Decisamente più brutto che bello, il finale è notevole, i poliziotti di New York sono tutti eroi, così come gli operai di New York...
Ripensandoci: the Walk è una cagata patriotica americana di orgoglio east coast e supremazia bianca, con una decina di minuti alla fine molto spettacolari.