Everest: l'ho visto qualche giorno fa e me lo sono dimenticato. Mi ha fatto molta impressione per le spettacolarità delle scene di montagna e l'utilizzo superbo di set virtuali, set reali, effetti speciali vari assolutamente irriconoscibili, indistinguibili dalla realtà.
Storia vera di alpinismo commerciale estremo andato male: 1996, tra gli alpinisti amatoriali va un sacco di moda il giro dell'Everest con guide esperte. E' un bel business che punta su turisti ricchi e in una relativamente calda giornata di Marzo, le pendici dell'Everest sembrano la stazione di Tokyo.
C'è un fracco di gente che aspetta in fila per raggiungere la vetta del mondo.
Tutti ridono e scherzano.
E' una storia vera, è successa pochi anni fa, non lo considero spoiler. Alla fine crepano quasi tutti.
Il cast è ricco e variegato, tutti attori in forma supportati da una valida sceneggiatura.
...però, a dire il vero, chissenefrega.
Everest funzionerebbe comunque con dei puffi al posto degli attori: la regia di Baltasar Kormakur e gli effetti speciali sono tutto il necessario.
Il nome non lo ricordavo, ma è il bravo regista di quei due bei film con Mark Wahlberg: Contraband e 2 Guns.
Qui dà il suo meglio: le scene di scalate sono emozionanti e spaventose, il cambio di tono tra la gioiosa scampagnata alla drammatica tragedia è eccellente; il setting è davvero grandioso e il più delle volte si riesce davvero a dimenticare la faccia dell'attore e a immaginare una persona qualunque aggrappata a una montagna congelata. E' notevole, mi è piaciuto molto.
Un amico avventuroso, scalatore e sciatore e altro, ha disprezzato il film criticando proprio il setting perché, a suo dire, del tutto inverosimile come Everest... immagino sia come il servizio di Report sul cibo per animali: se non conosci già la materia, informativo e interessante, se la conosci, parziale e stupido.