Bone Tomahawk: allarme rosso, film americano originale, allarme rosso, fine del mondo in 4, 3, 2, 1.
Esordio alla regia per lo scrittore non tradotto in italiano (credo) S. Craig Zahler.
Western-horror, genere di grande successo in letteratura, molto meno al cinema: in pratica è Le Colline Hanno gli Occhi western.
Dimenticatevi gli indiani nobili e buoni di certi western socialmente sensibili come Balla coi Lupi.
Una tribù di indiani senza nome amichevolmente chiamati 'Trogloditi', cannibali inbreed stupratori con il feticcio dell'automutilazione, prende di mira una tranquilla cittadina e ne rapisce alcuni cittadini.
L'onorevole sceriffo Kurt Russell, 64enne straordinariamente in forma; il cowboy Patrick Wilson, marito di una delle rapite; Matthew Fox, pistolero razzista che odia gli indiani; e Richard Jenkins, vecchio vedovo senza molto da perdere estremamente leale allo sceriffo.
Partono per una missione suicida di salvataggio/vendetta (a seconda).
Tre quinti (ci ho pensato) del film sono dedicati al viaggio lungo le tracce degli indiani dalla cittadina alla collina/caverna dove vivono le bestie umane; il resto è dedicato al massacro: per 'massacro' non dovete immaginare certi epici scontri alla Leone con tanti soldati di qua e di là, qui 'massacro' vuol dire smembramenti, sangue a bidoni e scene di violenza talmente grafica da risultare notevoli persino a me... specialmente nel contesto solitamente visceralmente pulito dei western.
La missione è suicida fin dall'inizio, 4 contro un numero imprecisato diverse volte superiore e l'esito del film è volontariamente chiaro ben prima della fine.
Aspetti notevoli di Bone Tomahawk sono la squisita sceneggiatura realizzata dallo stesso regista, e si vede tutta la differenza tra il testo scritto da un romanziere pluripubblicato e una normale sceneggiatura, farcita di dialoghi fortemente e paradossalmente civili ed eruditi dove tal petty criminal allo sceriffo, dall'indiano riformato al vaccaro, tutti parlano un inglese oxfordiano elegante, forbito, e rispettoso. A questi scholars della lingua inglese si oppongono i bestiali indiani senza linguaggio, capaci solo di emettere latrati e richiami ferali.
La regia non possiede caratteri particolari, c'è invece grande qualità nel montaggio: i tempi narrativi sono un perfetto crescendo, la tensione è costantemente alta; i colpi di scena sono prevedibili ma non banali, e sono prevedibili per volontà della storia.
Bone Tomahawk è una perla dal budget risicato senza però essere d'aspetto amatoriale, c'è l'investimento in materiali e tecnologie filmiche di primo livello, c'è risparmio in effetti speciali e ci sono una storia e personaggi che la portano avanti impeccabilmente.
Qui si fal paio con Infini per inaspettata eccellenza nel film di genere.