Parasyte -the maxim- (Kiseijū Sei no Kakuritsu): ultimamente ai giapponesi piace festeggiare anniversari di manga/anime particolarmente amati con vari progetti multimediali... Dragonball, Sailor Moon, JoJo, Captain Harlock e altri.
Il manga Parasyte di Hitoshi Iwaaki è uno dei grandi successi dell'epoca d'oro tra la fine degli anni '80 e i primi '90.
Per festeggiare i 20 anni dalla fine del manga, non è una cosa ufficiale ma la coincidenza è improbabile, sono state realizzate la presente serie animata e due film dal vivo.
La serie è composta da 24 episodi e realizzata da Madhouse.
La regia è di un quasi esordiente con molta esperienza nel settore come animatore, l'altra sua esperienza alla guida di un progetto è stata con il cartone degli Avengers con Black Widow e il Punitore... ne abbiamo parlato tempo fa.
La storia di Parasyte parte da un'idea molto semplice, un'invasione aliena, e si sviluppa unendo schemi da tipica storia d'azione con scontro 1vs1 e il protagonista che aumenta di forza e potere, a un corposo dramma horror-fantascientifico ultra violento e molto cupo.
Due chiarimenti importanti.
Il nostro protagonista diventa più forte ma non in virtù di maggiori poteri o una crescita esponenziale di tecniche, diventa più forte grazie all'esperienza acquisita sopravvivendo quasi per caso o per fortuna ai primi scontri, sviluppando carattere e intelligenza, tattica, coraggio e freddezza.
I parassiti alieni cadono dallo spazio e devono rapidamente cercare un ospite, penetrarne il corpo, raggiungere il cervello e 'sostituirsi' a esso acquisendo il controllo del corpo; in alcuni casi, per vari motivi, il parassita non riesce a raggiungere il cervello e si trova costretto a impiantarsi in un'altra parte del corpo, sostituendosi a essa.
Nel caso del protagonista, il parassita diventa la sua mano destra.
Uno dei temi chiave della storia è come la simbiosi dei due personaggi diventi uno scambio: il parassita diventa più umano, l'umano più alieno; molta del dramma ruota sulla perdità di umanità da parte di quello che è inizialmente uno sfigato studente giapponese senza qualità, perdità di umanità che lo rende più capace in combattimento, più forte ma distante e miserabile.
L'altro chiarmento riguarda la caratura dell'approfondimento fantascientifico: la biologia degli alieni, la loro psicologia, il modo in cui potrebbero o meno coesistere con gli umani (una visione tipo vampiri con gli umani visti come bestiame, un'altra di coesistenza pacifica, un'altra di dominazione, etc etc). Nel manga, una caratteristisca dell'epoca, c'erano molte e lunghe parti dialogiche che oggi sarebbe quasi impossibile proporre, figurarsi realizzare.
L'anime rispecchia fedelmente il grosso delle qualità del manga, adatta in modo più o meno fedele l'inizio della storia, da metà in poi devia intelligentemente per ottenere un finale più adatto al media.
Migliore il finale del manga, il finale dell'anime gira troppo intorno a un super combattimento contro il boss finale; inoltre, sfortunatamente, mentre all'inizio Parasyte è una serie di ottimo livello tecnico, gli ultimi episodi mostrano il fianco a un calo qualitativo considerevole ed estremamente visibile: particolarmente fastidioso proprio perché accaduto durante episodi particolarmente d'azione.
C'è una modesta scena di sesso ed è un merito pazzesco dei produttori averla inserita nonostante l'estrema refrattarietà del sistema giapponese contemporaneo a mostrare sesso in prodotti televisivi non categorizzati come ecchi o realizzati in vista di edizioni dvd uncensored.
Parasyte avrebbe dovuto essere adattato allora, quando l'animazione giapponese era ancora quella divenuta famosa nel mondo, prima di rincoglionirsi.