Death Parade (Desu Parēdo): serie in 12 episodi prodotta da Madhouse. E' quasi una produzione originale, 'originale' nel senso di non essere tratta da light novel, manga o altro. Una storia originale per la tv animata giapponese. 'Quasi' perché è in effetti lo sviluppo di un cortometraggio Madhouse che venne prodotto per Anime Mirai 2013.
L'impianto è quello tipico di una nicchia di produzioni nipponiche mature: episodi auto-conclusivi con tematiche da thriller psicologico e profonde conversazioni ontologiche sulla natura dell'uomo, la vita, l'universo e tutto quanto. Di quelle con elementi sovrannaturali da Paradiso/Inferno.
Senza scendere troppo nei dettagli: si muore, ci si risveglia in un bar senza memorie, si gioca un gioco psicologicamente massacrante, orchestrato dal barista, per dimostrare il proprio carattere nascosto e rendere possibile al barista/arbitro di giudicare l'anima.
Lo staff è composto dagli stessi del cortometraggio, autori con poca carriera ma talento, affiancati all'esperto Shinichiro Watanabe (il film di Cowboy BeBop e altra roba).
Normalmente non mi soffermo sulla musica dei cartoni giapponesi, faccio un'eccezione qui perché c'è del valore: Yuuki Hayashi (Haikyu!).
La serie era stata chiaramente pensata e realizzata per essere composta da due stagioni, la seconda è però fortemente in dubio e sembrerebbe che il progetto sia stato cancellato.
Tecnicamente è un prodotto standard con animazione non di basso livello, neppure memorabile: considerando l'esiguo numero di episodi e l'assenza di scene d'azione, si sarebbe potuto fare meglio; le sceneggiature dei singoli episodi, insieme alla trama generale, sono certamente interessanti e, episodio più episodio meno, offrono narrazioni emotivamente intense.
Così come è adesso, è un prodotto tronco senza grossi meriti aldilà della ventina di minuti di nicchia anime giapponese. Dovesse uscire la seconda stagione, dovesse uscire con un senso finale, si vedrà.