American Sniper: buon film di Clint Eastwood, non memorabile. Mi è piaciuta l'ambiguità evidente sentita dall'autore nella rappresentazione del personaggio, la distinta ambivalenza di sensibilità sul presentare il paradigma dell'eroe americano patriota e al contempo rappresentare la guerra in tutta la sua non-grafica non-spettacolare.
La storia più o meno è ormai nota: cecchino americano con il più alto numero di uccisioni confermate, più un discreto numero di altre auto-accreditate. Il film si basa sull'autobiografia 'romanzata' scritta dallo stesso.
L'uomo è controverso ma molta della controversia si è spenta dopo il suo omicidio.
Il libro era stato nella lista dei libri da leggere di Times l'anno della sua uscita ed ero stato tentasissimo all'acquisto, non lo feci dopo averne letto qualche estratto.
Libro criticato per l'autoglorificazione e la prospettiva sulla guerra, non l'ho letto ma viene da dire che Eastwood abbia preso il tema e l'abbia reso ancora più equivoco.
Un patriota o un esaltato, uno spietato assassino o il salvatore di innumerevoli vite, un vero red neck o un uomo devoto ai valori americani? Etc etc.
Eastwood non risponde, anzi.
L'assenza di presa di posizione, o l'impossibilità a prendere una posizione su un soggetto così troppo grande, rendono il film espressivamente intenso, emotivamente forte ma anche vuoto e privo di reale densità.
Fotografia ottima, recitazione dignitosa ma non di più, un paio di belle sequenze militari 'autentiche' di guerra urbana, altre sequenze già viste di reduci dis-integrati nella società civile.
Ci si aspetterebbe di più da Clint, spanne sopra la concorrenza ma non al suo migliore livello.