La Selva Oscura (Id, 2015): scritto da una specie di Dan Brown italiano, Francesco Fioretti, è il primo libro di una trilogia di remake in prosa (come li definisce l'autore nella postfazione) della Divina Commedia.
Cosa mi è piaciuto? L'attenzione a presentare Dante come uomo politico e tutti i suoi nemici all'Inferno, sottolineando il modo in cui il poeta si tolse tanti sassolini dalle scarpe maledicendo per sempre i suoi avversari.
Cosa non mi è piaciuto? Il tipo di narratore. Non si capisce. Come nella Commedia, c'è il Dante personaggio del ricordo e il Dante che ricorda scrivendo, qui però il tutto è mescolato a commenti 'moderni' dell'autore che, spesso, non è chiaro se siano messi in bocca a Dante stesso o semplicemente chiose di un terzo livello... l'autore che commenta il Dante scrivente che racconta del Dante personaggio.
La missione auto-assegnata di Fioretti era presentare una Commedia comprensibile al lettore contemporaneo senza studi classici alle spalle... missione decisamente fallita: l'eccesso di peccatori presentati costringe a corpose conoscenze pregresse, e non basta scrivere uno 'stronzo' o parlare di 'dito medio alzato' per ringiovanire un testo.
Infine, Fioretti utilizza frasi famose del testo originale con la scusa di salvaguardarlo dove possibile: sono però tutte scelte facili e popolari che sembrano voler più solleticare quel minimo di conoscenza collettiva piuttosto che fornire una vera riscrittura in prosa del poema.
Il mio amico libraio m'ha fregato 'sto giro... o anche no, avrei potuto informarmi meglio: non so bene anche io cosa avrei voluto. Non un librotto da treno, qualcosa di scritto meglio.