Cirque Éloize - iD: avendo ancora negli occhi la bellezza dello spettacolo del Cirque du Soleil di qualche mese fa, con amici siamo andati a vedere quello che, preconcetto confermato a fine spettacolo, è un Cirque du Soleil 'dei poveri'. 
Breve punto della situazione. 
Il Cirque Eloize fa parte del movimento nouveau cirque capitanato dai du Soleil, sono anche loro canadesi del Quebec fondati nel 1993 (una decina d'anni più giovani del du Soleil), e dal 2010 sono in una 'strategic partnership' con il du Soleil. 
La press release di trova spulciando il sito, in estrema sintesi da soli non ce la facevano e si sono quindi appoggiati al du Solei per sfruttarne l'organizzazione e le infrastrutture. 
Ufficialmente sono indipendenti, e sono convinto lo siano, ma sono 'in società'. 
Tutto ciò detto. 
E' il settimo spettacolo, in giro dal 2009 (non saprei dire se per la prima volta in Italia, non c'era scritto da nessuna parte, presumo di no). 
Mi esprimo solo in merito allo spettacolo visto: la principale differenza rispetto al du Solei sta nella quantità e nel tipo di ballo. Gli Eloize sembrano più un corpo di ballo contemporaneo, di quelli da esibizioni americane e film con dance battle hip hop e breakdance. 
iD è esattamente questo. 
...raggruppo le idee. 
Si parte con un palco classico da teatro, non circolare come quello del du Soleil. 
C'è una scenografia fatta di elementi scalabili con altezze e profondità diverse, aperture e botole: su questa scenografia vengono proiettati una serie di bellissimi elementi grafici capaci di modificare e creare vere e proprie illusioni spaziali (nel senso dello spazio tra le cose, non lo spazio della stazione spaziale). Impressionante e parte integrante dello spettacolo. 
E' un ambiente urbano contemporaneo dove gli elementi fisici diventano ostacoli per parkour. 
In questa 'piazza cittadina' si trovano e muovono una serie di personaggi, giovani 'sbandati' composti in due bande rivali che combattono tra loro a suon di balli. 
C'è anche una storia d'amore tipo west side story tra uno di una banda e la figa dell'altra banda. 
Fa molto giovane, fa molto america. 
Il Cirque du Soleil crea mondi fantastici ed epici, per tutta la famiglia; questi Eloize sembrano mirare a un pubblico più specifico. 
A proposito, 'Eloize' non è un nome ma un tipo di fulmine in dialetto franco-canadese. 
Quanto sopra si rispecchia anche nella musica. 
Le bellissime armonie babilonesi del du Soleil, qui sono sostituite da musica giovane urbana spacca timpani da club underground, rave e compagnia. 
Sono due ore di musica insopportabile. 
Seriamente, due ore di musica troppo forte e orrenda. 
Non è un caso se certe signore un po' attempate con nipoti a seguito, accorse pensando di vedere il du Soleil, abbiano passato il tempo a lamentarsi trovando lo spettacolo inadatto ai bambini, etc etc. 
Ballano molto e ballano in un modo, come detto, non di mio gusto: sono vecchio per queste cose, mi aspettavo di veder persino comparire un'attempata Julia Stiles.
Ballano ruotando sulla testa, sui mignoli, facendo un po' di capoeira, saltando: un ballo estremamente fisico e impossibilmente atletico. Un ballo saltando da un blocco all'altro, ballo e parkour, ballo e rollerblade, ballo da x-gamer con tanto di bicicletta sotto il culo, ballo intorno a un palo a mezza via tra una stripper e Juri Chechi (e sono convinto che Chechi sarebbe rimasto impressionato da certi numeri fisici). 
Gli elementi circensi sono meno e più brevi, e decisamente inferiori rispetto a quanto visto fare dai du Soleil: c'è la contorsionista, c'è l'acrobata con il cerchio, l'acrobata appesa al nastro, il giocoliere con le palline (secondo numero più bello di tutto lo spettacolo), altro contorsionismo, il numero con le corde (e molti errori)... c'è il circo, ma è squilibrato in difetto rispetto al ballo. 
La seconda parte dello spettacolo è più lenta e meno interessante... fino a. 
Fino a una sorpresa coreograficamente perfetta, un colpo di scena dopo cui comincia il numero più bello di tutto lo spettacolo: quello con i tappeti elastici utilizzati per violare la gravità e la prospettiva in modi unici. 
Il numero è così bello ed efficace da durare pure troppo. E' evidente che sia il punto chiave, poteva essere un po' più breve. 
Riassumendo: bello, atleticamente impressionante, non al livello del du Soleil.