infodump: cominciamo con qualche film. Vice è un film semi-non-indipendente con Thomas Jane, Bruce Willis e una bionda. E' un altro di quei film che mostrano il nuovo corso della carriera di Willis dopo il gran rifiuto a Expendables 3: una carriera simile a quella di John Cusack e Nicholas Cage, ovvero film di merda più o meno per il mercato home. Futuro prossimo venturo: Bruce Willis ha costruito dei replicanti tipo Blade Runner e li fa vivere tutti in un gigantesco quartiere-diorama. Un cittadino può andare nel quartiere e fare quello che vuole (da qui il titolo del film): vede una bella donna per strada? La può stuprare perché tanto è un replicante e non una vera persona. Thomas Jane è il detective che odia Bruce Willis e cosa rappresenta. La biondina è il replicante che scopre la propria anima. Il finale (e il film tutto) sono di una banalità ridicola e imbarazzante. Blood Ties è un film con Clive Owen di qualche anno fa: Clive Owen è un criminale, suo fratello un poliziotto. I due si amano/odiano, c'è disperazione sociale, etc etc. Noioso oltre ogni limite, non mi sorprende averlo scoperto solo per caso.
Passiamo ai videogiochi scartati: Blackhole è un platform indipendente con un setting parodia-fantascientifico davvero molto simpatico, ben sceneggiato e recitato. E' anche uno di quei platform un po' stronzi che vanno per la maggiore adesso, certamente non difficile come Meat Boy e suoi simili ma sul versante alto della coordinazione/riflessi. White Night è un'avvenutra/survival horror in bianco nero con ambientazione anni '30, inizialmente bellino a vedersi mostra con l'avanzare della storia qualche pecca tecnica (versione pc): incidente stradale, una casa sinistra nella notte, il protagonista entra e scopre cagate sovrannaturali e una storia che... forse... lo riguarda. Il gimmick è il gioco tra illuminazione dinamica e bianco/nero. Never Alone è un giochino d'avventura con gimmick culturale, prodotto insieme da una qualche software house e un centro culturale inuit: il giocatore controlla alternando una ragazzina indigena dell'Alaska e una volpe bianca, come in molti giochi simili recenti bisogna passare da un personaggio all'altro per risolvere 'enigmi' combinando le rispettive abilità. Il tutto mentre ripercorriamo leggende inuit e sblocchiamo filmati-documentario sulla loro cultura. Nessuno di questi giochi è brutto, hanno anzi riscontrato relativamente parecchio successo, sono però tutti giochi che, salvo un click di passione, non val la pena portare a termine dopo averne scoperto l'offerta iniziale.