Kung Fu Jungle: Teddy Chan e Donnie Yen di nuovo insieme dopo il memorabile Bodyguards and Assassins. E' un film particolare ma lo si capisce solo alla fine, letteralmente durante i titoli di coda.
L'Eroe Donnie Yen ha 51 anni, il meglio della sua carriera è andato.
Guardi i suoi ultimi film, ricordi un senso di nausea equamente condiviso tra Ice Man e Monkey King; guardi al suo futuro e vedi un inutile Ip Man 3 e un biechissimo seguito cino-americano per Crouching Tiger, Hidden Dragon.
E' la fine, è inevitabile e... e qui viene lo strano.
Kung Fu Jungle, il cui titolo originale 'Yat Ku Chan Dik Mou Lam' leggo potersi tradurre con un generico 'One Person’s Martial Arts Circle', è una specie di commemorazione in vita per Donnie Yen e per tutto il cinema marziale di HK.
Sparsi qua e là lungo tutto il film, compaiono decine di attori marziali di ieri (anche dell'altro ieri) e oggi, tutti poi ricordati e nominati nel corso dei succitati titoli di coda.
Alcuni, tanto per sottolineare ulteriormente il tono, compaiono esclusivamente in dettagli sullo sfondo.
...volendo si potrebbero notare una serie di mancanze importanti, bisognerebbe essere là per capire come mai.
Un film del genere più che a una trama e una storia, pensa a presentare un messaggio metanarrativo forte e comprensibile.
Ecco quindi Donnie Yen, il più forte artista marziale del mondo, in prigione per aver ucciso accidentalmente un suo avversario durante un duello.
Un giovane esperto marziale leggermente maniaco vuole diventare il nuovo numero 1 al mondo e comincia a uccidere tutti i maestri marziali del mondo (di HK ovviamente) secondo un particolare ordine.
La polizia incapace fa rilasciare Donnie per farsi aiutare a catturare il killer.
Il tema portante è il fine delle arti marziali, invece del solito 'uccidere/difendere' qui è un più semplice 'uccidere/non uccidere'; ci sono un paio di dialoghi pregni di contenuti spirituali sulla comprensione delle arti marziali, etc.
Donnie Yen è anche l'action director del film: ci sono molti combattimenti, ben 6 se ricordo correttamente. 7 combattimenti in un'ora e mezza lasciano poco spazio a dialoghi e interpretazione.
I combattimenti seguono i canoni: il nostro giovane aspirante eroe affronta 3 combattimenti contro altrettanti specialisti marziali (calci, prese e armi); Donnie affronta un breve scontro 1 contro molti; poi ci sono 2 duelli tra loro.
Donnie Yen è sicuramente il protagonista ma non il protagonista marziale.
I combattimenti sono belli ma piuttosto brevi, salvo il duello finale (troppo lungo), sono però combattimenti che, alla luce di certi altri film visti quest'anno, mostrano una certa ripetitività, non voglio parlare di mancanze d'idee, piuttosto del palesarsi, infine, di un repertorio ridotto di mosse e possibilità per il Sublime.
Qualche cavo di troppo, qualche inutile cg.
E' un buon film, anche commovente alla luce delle considerazioni appena fatte, ma non di più.