The Raid 2: titolo originale The Raid 2: Berandal... secondo la wiki, 'berandal' dovrebbe voler dire 'thug'.
E', ovviamente, il seguito del successone indonesiano del 2011, acclamatissimo film d'arti marziali ultra violente arrivato persino in occidente.
La storia riprende poco dopo dove l'avevamo lasciata, Rama viene contattato da una squadra speciale di poliziotti che danno la caccia a poliziotti corrotti e lo fanno infiltrare in una mega organizzazione criminale; a inizio film, giusto per correttezza nei confronti degli spettatori, il regista/sceneggiatore/produttore/stella polare delle arti marziali orientali (è pure produttore di Killers, filmone giapponese di cui attendo fremente i sottotitoli), 'ci ammazza' gli altri sopravvissuti del primo film. Così, per tagliare i fili.
Succede poi che.... chissenefrega. E' la solita storia d'infiltrati.
Non si guarda Raid 2 per la storia, per quanto comunque decentemente sceneggiata e interpretata: molto meglio di tanti film hongkonghesi, tanto per dire.
Non vorrei esagerare, forse avrei dovuto aspettare qualche giorno prima di scriverne ma... non vorrei esagerare ma Raid 2 sta al cinema d'azione e arti marziali come Ong Bak 1 sta... al cinema d'azione e arti marziali: non è esattamente quello che volevo dire. Raid 2 è il nuovo Ong Bak 1, ecco.
Guardate Iko Uwais e dimenticherete Tony Jaa. Sono poi d'accordo che Raid 2 sia cinematograficamente aiutato, laddove Ong Bak era pura fisicità, ma molti combattimenti sono composti da riprese lunghissime e le coreografie degli stessi (curate, pare, dallo stesso Uwais) sono MICIDIALI.
Presente certi film con Donnie Yen dove, dopo un certo numero di botte in scontri che si protraggono, Donnie comincia a mostrare i segni della lotta sul volto e il corpo? Qui è millemila volte di più.
Aggiungete a questo che Uwais approccia la lotta con lo stesso spirito di Tony Jaa: uno contro centomila, uno disarmato contro centomila, e sono i centomila a farsela nei pantaloni.
Uwais è fantastico, eroe marziale inverosimile da porre subito là in alto insieme a Tony e Donnie (per parlare di eroi ancora in carriera), ma la differenza la fa molto Evans.
Ci sono tre assassini: uno sembra Shoma da Rival School, il tizio con la mazza da baseball, una stronza pazzesca va in giro con due martelli a schiodare budella a poveri malcapitati, l'ultimo tizio ha i coltelli ricurvi di Riddick.
L'ho detto che il film dura 2 ore e mezza e non ho mandato avanti veloce un solo minuto? Due ore e mezza il cui momento più tranquillo ci sono una dozzina di tizi che sanguinano in attesa di morire o ricominciare.
A suo tempo non ero rimasto più di tanto impressionato dal primo Raid, qui è tutta un'altra roba: non ci sarà l'originale (circa) dramma sociale del super-condominio fortezza criminale tipo Banlieue, non c'è tempo per quello. Volano botte pazzesche dall'inizio alla fine, non ero così esaltato per un film di botte pazzesche da...
...beh, Ong Bak l'ho detto; Flashpoint certo; King of Vajira che è l'altro film marziale bello visto quest'anno non arriva neppure vicino alla libidine di Raid 2, ed è stato ben bello.
Come dicevo, Raid 2 è cinematograficamente aiutato ma il risultato non è il Batman di Nolan: c'è un tizio che combatte da dio, scusate da DIO, e il regista è un maraglione che lo mette in mostra con effetti e luci e sangue che sprizza da ogni poro.
E il rumore di ossa rotte, fantastico. Come Ong Bak.
Esattamente come Ong Bak, inoltre, il film trascorre chiedendosi quante comparse siano effettivamente finite all'ospedale: nessuna delle pacche sembra simulata, ma la maggior parte sembra impossibile non sia vera.
Se volete qualche dettaglio in più aldilà del 'pacche' e 'botte' e 'viuulenza': l'uso delle armi bianche, convenzionali o meno, è molto particolare.
Nei film con spade, la spada di solito taglia con un effetto striscia di sangue molto pulito, qualche volta amputa segmenti del corpo e magari c'è un geyser; in Raid 2 la maggior parte delle armi bianche non è una qualche katana ultra affilata, sono armi che più che tagliare sembrano strappare brandelli di corpo, strisce di carne. Non è il taglio affilato del sushi master che sfiletta un pesce, è la zanna della belva che lacera il corpo di prede ancora vive. Il rumore emesso durante questi tagli è memorabile, l'effetto visivo annesso è squisito ed è evidente che tutti si sono accorti di aver fatto qualcosa di nuovo in questo senso, perché c'è n'è un fantastico abuso.
Uwais dà il meglio di sé nei combattimenti uno contro tanti in spazi ristretti, alcune delle scene di gruppo più aperte risultano un filo ripetitive (ma probabilmente sarebbe così anche nella realtà, difficile uccidere 50 persone tutte in modi creativi e diversi). I duelli sono magistrali.
Ultimissima cosa: 'pencak silat' è un termine generico per le arti marziali in Indonesia, il modo in cui combattono in Raid 2 è un altro pianeta rispetto a Donnie e Tony, non migliore, esotico e diverso, meno usato e quindi incredibilmente delizioso da ammirare.