Black Bullet (Burakku Buretto): anime in 13 episodi tratto dall'omonima serie di light novel scritta da Shiden Kanzaki.
E' realizzato in co-produzione Kinema Citrus con Orange Animation Studio, due studi relativamente giovani alle prime esperienze con produzioni proprie.
La storia del cartone arriva fino a, circa, il terzo libro... a giudicare dai titoli dei capitoli.
Sto ancora rimuginando sul finale: il tutto comincia come la solita serie action-commedia con elementi lolicon e harem, per poi deviare e allargare il proprio spettro a elementi altamente drammatici, situazioni notevoli ed emotive, profonda caratterizzazione dei personaggi, bei dialoghi, bella azione... insomma, episodio dopo episodio diventa una sorpresa sempre maggiore e una serie sempre più intrigante e appassionante.
Il setting è circa questo: a un certo punto nel futuro schifosi mostri insettoidi emergono da non si sa dove e cominciano a uccidere la razza umana, passa del tempo e gli umani vivono rinchiusi in città fortificate.
Le cose vanno circa tranquille.
I mostri schifosi sono infettivi, se rimani infetto troppo a lungo diventi anche tu un mostro schifoso, se procrei mentre sei infetto, nascerà una figlia, un 'cursed child' dotato di abilità speciali. Queste super bambine non hanno un posto nella società umana, sono ghettizzate e odiate, alcune vengono usate come armi viventi per combattere i gastrea, appaiate con handler umani e usate fino a consunzione.
I temi portanti della storia sono il razzismo, la paura del diverso, il senso dell'umanità, la guerra e il pericolo d'estinzione, l'odio, la tragedia della morte, vendetta e altri bei sentimenti del genere; il lampo di luce in questo tetro scenario è il nostro protagonista, Rentaro Satomi: eroe duro e puro che vuole salvare e proteggere, impedire il ripetersi di violenze e lotta per l'integrazione dei cursed children nella società.
Non aspettatevi però un personaggio monodimensionale come certe interpretazioni dei supereroi americani della golden age, Rentaro ha molti difetti e pecche, è lontano dalla perfezione e scazza spesso: è un bel personaggio.
Enju è la sua compagna di battaglie, Rentaro la tratta come una sorella, Enju è innamorata di lui. Ci sono varie e gag e tutto si potrebbe liquidare con una scrollata di spalle e qualche commento sulla pochezza dei giapponesi a livello intellettuale, anche qui ci sono profondità nascoste che danno piene manate di colore su stereotipi arcinoti. Il comportamento di Enju è spesso una maschera dietro cui nascondere la sofferenza e la solitudine, il desiderio di essere normali, etc.
Black Bullet è lungi dall'inventare chissache, è nelle profondità emotive della narrazione che trova il massimo del proprio successo.
Regista di tutta questa operazione è, non a caso, Masayuki Kojima, un tipetto che annovera tra i propri lavori Tibetan Dog e l'adattamento di Monster, non è roba da poco e dà l'idea del suo taglio caratteristico.
Ci sono molti altri personaggi nel corso della serie, alcuni episodi un po' inutili e, sfortunatamente, una composizione imperfetta che concentra negli ultimi minuti della stagione troppi eventi importanti, troppo in fretta. Parlo di 'stagione' ma una seconda non è stata ancora annunciata, forse non lo sarà, forse anche qui dovremo attendere l'eventuale successo dei dvd.
L'ultimo episodio è imprevedibile nei suoi ultimi minuti con accadimenti gravi che ribaltano e annichiliscono molte delle aspettative fino a quel momento coltivate, non c'è il cazzo di lieto fine e ci sono rimasto piuttosto di merda, lo volevo e me lo meritavo. Invece del lieto fine c'è un mezzo finale mezzo cliffhanger inteseo certamente a suscitare interesse nel pubblico e promuovere la produzione di una seconda stagione.
Nononstante la cosa mi faccia decisamente incazzare, non si può dire che sia un brutto episodio, o che gli eventi raccontati non siano più che degni di vedere una continuazione: Black Bullet può essere visto e goduto da sé, se però arrivasse un seguito sarebbe ancora meglio.