Gentlemen of the Road (Id, 2007): è d'uopo ricordare che Michael Chabon sia uno dei mie 3 scrittori preferiti (viventi) accanto a China Mieville e Ted Chiang. Il perché non abbia letto i suoi due ultimi romanzi va da sé, gli scrittori preferiti vanno letti al momento giusto (come certi film guardati, e giochi etc)... negli ultimi sette anni non c'è stato il momento giusto. No, davvero: quando mi dimentico le cose, lo dico.
Inizialmente uscito in forma di romanzo a puntate sul New York Times Magazine, 15 uscite nel corso del 2007, venne lo stesso anno raccolto e pubblicato in volume da Del Rey.
Lo stesso anno d'uscita dei Poliziotti Yiddish.
Romanzo a puntate. Chabon è uno dei più grandi scrittori americani, amato e tradotto in tutto il mondo: può permettersi cose che altri non oserebbero, commercialmente parlando.
Gentlemen of the Road non è solo un romanzo a puntate, è un romanzo a puntate di Sword and Sorcery.
Sapete un'altra coincidenza? Il 2007 è l'anno d'uscita anche del primo romanzo di Eddie LaCrosse di Alex Bledsoe.
...e sapete quanto mi sono fissato con il revival del genere. Non voglio fare paragoni tra i due scrittori, Bledsoe usa uno stile narrativo moderno per reinterpretare un genere del passato; Chabon ha fatto una cosa diversa.
Gentlmene of the Road è un divertimento, un romanzo non serio, un romanzo non solo a puntate ma, una volta raccolto, anche breve (corto alle 200 pagine): un divertimento per il lettore ma tanto per il suo autore. Ovviamente, quando dico 'divertimento' dovrei fare il figo e scrivere 'un divertisment'.
E' dedicato a Michael Moorcock, racconta una storia che ricorda Fritz Leiber, ma è in tutto e per tutto un tributo a Robert Howard.
Nelle afterwords al volume, Chabon, non si capisce quanto scherzosamente, dichiara che il working title per il libro fu 'Jews with Swords'. Già, non è possibile chiamarlo Sword and Sorcery per l'assenza di magia in qualsivoglia forma: si potrebbe chiamarlo Sword and Jewery, se quest'ultima non fosse una parola tendenzialmente ingiuriosa e razzista.
Niente Era Hyboriana, niente mostri o magia, ma i due protagonisti sono Conan il Barbaro e Solomon Kane. Solo che sono ebrei in una storia ambientata nel nostro Medio Oriente (con un pizzico di Europa), qualche anno prima del 1000.
Chabon non nasconde la sua intenzione, i due protagonisti richiamano già nei propri nomi i due più famosi eroi di Howard: l'africano Amram, gigante soldato/ladro veterano armato di ascia dall'inquietante nome 'Defiler of Your Mother', è il più palese. Ricorderete certamente tutti che 'Amra' (Leone) è il nome dato a Conan durante il suo periodo da pirata insieme a Belit. Il nome completo del secondo personaggio viene esposto solo verso la fine del libro ma la sua caratterizzazione di smilzo europeo nero vestito e tendente alla depressione è chiara e lampante come il sole, e ancora più divertente pensando che il puritano Solomon Kane sia diventato l'ebreo Zelikman ben Solomon.
A completare quest'operazione di mimesi della vecchia Sword and Sorcery, ripeto 'mimesi', ognuno dei capitoli del libro è graziato da un'illustrazione originale di Gary Gianni.
Questo nome metterà alla prova non solo i più giovani. Gary Gianni è stato illustratore molto famoso negli anni '90, non certo una coincidenza se il grosso della sua fama (a parte qualcosa per DC Comics) sia dovuto in larga parte a fumetti di Conan e Solomon Kane, oltre a essere stato il terzo disegnatore di Prince Valiant.
Il rapporto di Chabon con i fumetti è noto.
Ecco, a proposito di cose note: lo stile narrativo adottato da Chabon per questo romanzo è un po' diverso dal suo solito, più barocco con ampie descrizioni di panorami esotici e molto colorati, scelta di parole ricercata tendente al desueto/poetico, il tutto squisitamente calibrato per virare lontano dalla parodia e vicino all'omaggio letterario.
La trama è molto semplice: Amram e Zelikman sono Gentlemen of the Road, ovvero briganti/ladri/mercenari/truffatori, l'ultima curva a casaccio della loro strada li ha portati in un qualche paese (reale) tra gli Emirati e la Russia, tra ebrei e mussulmani, chiamato Khazaria (vi lascio alla wikipedia).
C'è stato da poco un colpo di stato e i due s'imbattono nell'ultimo erede (rimasto in vita) in fuga, rapida sequenza di eventi e, tutti insieme, si trovano a marciare alla testa di un esercito contro l'usurpatore... e qui siamo circa a metà libro, il resto è un susseguirsi frenetico di ribaltamenti e cambi di direzione.
E' scritto molto bene, è molto divertente ma è troppo breve e troppo ricco di sottotesti produttivi per essere uno dei suoi romanzi migliori. Ben inteso, sempre, che uno dei romanzi non migliori di Chabon tenda comunque a essere una delle cose migliori che leggerete in vita.