The Book Thief: tratto dall'omonimo romanzo di Markus Zusak, autore di fiction YA. E' notevole notarlo perché The Book Thief, il film, è una storia gentile di ragazzini nel contesto della germania popolare prima e durante la Seconda Guerra Mondiale.
Uhm... 'gentile' e 'germania' e 'seconda guerra mondiale' non sono parole che si possa associare spesso ma qui è un fatto.
Narrato in prima persona dalla Morte, la storia racconta di una giovane ragazzina che viene data in adozione per motivi non meglio precisati (la madre si ritiene sia una comunista ma non è chiaro perché le venga consentito di dare in adozione i figli) alla coppia senza figli composta da Geoffrey Rush ed Emily Watson.
La ragazzina è illetterata, i genitori adottivi sono amorevoli, il bel vicino biondo della stessa età è subito preda di un interesse romantico nei suoi confronti.
Alla ragazzina piace leggere (salto qualche passaggio) ma è povera, ergo ruba i libri.
I nostri eroi sono, chiaramente, non filo-nazisti: persone umili ma buone. Nel corso del film ospiteranno per un certo periodo l'ebreo in fuga, Max.
Il film è diretto da Brian Percival, il regista principale di Downton Abbey (ne vidi un episodio, non il mio genere, un successo clamoroso): capace di camminare come pochi altro sul filo del rasoio tra ridicolo e buonismo.
E' difficile raccontare una storia di tedeschi buoni durante il nazismo, specialmente di tedeschi simpatici e per bene con le facce assolutamente non da tedeschi di Rush e Watson; a questo proposito, una particolarità un po' bizzarra del film è l'utilizzo del tedesco: tutti i protagonisti parlano essenzialmente in inglese, intercalando però frequentemente varie parole tedesche, ma saltuariamente ci sono personaggi unicamente parlanti tedesco. E' un po' confuso, e un po' ridicolo a essere sinceri, ma l'effetto è piuttosto vaildo e partecipa a creare l'ambiente e l'atmosfera.
A dirla tutta, il personaggio interpretato da Rush assomiglia parecchio a quello del 'Discorso del Re': brillante, sornione, etc.
La morte è doppiata da Roger Allam, un altro inglese (la Watson è inglese, Rush è australiano), che chiaramente ricordiamo per essere stato l'esaltante propagandista di V for Vendetta. ENGLAND PREVAILS.
Max è interpretato da un esordiente cinematografico, il ragazzino biondo è stranamente davvero tedesco, anche lui esordiente cinematografico; la ragazzina protagonista è al suo secondo film... ma consideriamolo realisticamente il primo, visto che il precedente è un dramma canadese (lei è canadese) che ha visto nessuno.
La cosa straordinaria di questo film, come se quanto sopra non lo fosse, è la genialità dell'inaspettato: mi limiterò a dire che 'non è detto che quel personaggio muoia, non è detto che sopravviva'.
Percival, o lo sceneggiatore o l'autore originale, rompono completamente gli schemi del classico film americano sui tedeschi della seconda guerra mondiale: il risultato è, almeno, unico e molto probabilmente un film persino bellissimo. Devo ancora decidere se sia geniale o no.
Dovessi valutarlo solo dal finale, direi geniale.
La Convivente ha pianto.
Ci sono però alcune scene, probabilmente estese nel libro e qui presentate in sintesi, che non sembrano avere il corretto posizionamento o significato: alcuni personaggi passeggiano nella storia senza che si possa capire da che parti siano arrivati o dove vadano a parare.
Devo leggere il libro per esserne sicuro ma, nella smorzatura di temi e toni tipicare della fiction per giovani adulti, il nazismo è ringiovanito e ha scoperto nuove cose da comunicare.