Grudge Match: Sylvester Stallone rappresenta oggi un intero segmento di industria cinematografica americana, quindi mondiale, è la personificazione di una proiezione demografica, l'incarnazione di un trend.
Sarò anche parziale ma quello che sta succedendo in questi anni va oltre il concetto di revival, è qualcosa di completamente nuovo: non si tratta solo di tenere in considerazione una 'nuova' fetta di pubblico composta da più-che-trentenni, ma letteralmente di sviluppare un genere di entertainment referenziato sul patrimonio popolare comunque di un blocco generazionale.
Io non credevo che il film sarebbe stato così, pensavo fosse un qualcosa sulla linea de: 'l'attore di Rocky e l'attore di Toro Scatenato nello stesso film'; invece è una cosa ben diversa: è fanfiction allo stato puro, non è un grudge match, è un dream match. Non tra l'attore di Rocky e l'attore di Toro Scatenato, fantasticamente tra Rocky e Toro Scatenato stessi.
Chiaramente il film non può chiamarli così ma ciò non cambia la realtà: questo film è esattamente un ipotetico, distopico seguito a quei due film. Il personaggio di Stallone è il povero eroe del popolo, storia famigliare complicata, etc; il personaggio di De Niro è il punch drunk con il cattivo carattere, egoista e vuoto.
La sceneggiatura chiama e richiama i film con niente affatto sottili riferimenti: non si tratta solo di Stallone che vuole prendere a pugni la carcassa di manzo, che avrebbe potuto essere un simpatico ammiccamento per il trailer. E' un continuo, sistematico, susseguirsi di riferimenti diretti ai due film.
Stallone e il frullato, l'allenatore di Stallone, il locale di De Niro, De Niro che fa il comico, etc etc.
Sapete cos'è questo film?
Questo film è quella cena a cui vi trascina un amico/fidanzata: lui/lei conoscono tutti e hanno un sacco di storia condivisa con tutti, battute ricorrenti, esperienze comuni e anni trascorsi insieme di cui tu sai zero.
E' peggio che cominciare a guardare un film da metà, ti fa sentire escluso, a disagio, non appartenente a quel mondo. E' come se fossi nato solo ieri e l'ignoranza fosse l'unica cosa a distinguerti, in peggio, dalla carta da parati.
Solo che non è così. Non è così perché tu sei uno degli amici, perché i film li hai visti più volte, sei dall'altra parte e strizzi l'occhio e ridacchi, perché tu sai e capisci.
Quando Clint Eastwood realizzà Space Cowboys, il concetto era semplicemente mettere dei vecchi a fare le cose dei giovani: niente di nuovo o stravagante, significativo ma non di più; quando Stallone ha fatto gli Expendables lanciando tutto quanto è seguito in quest'ultimo paio di anni, lui non ha messo dei vecchi attori in ruoli per giovani, lui ha astratto dei simboli, degli archetipi indifferenti all'età o all'aspetto esteriore: puri concetti stabiliti nell'immaginario popolare come idee o Dei.
E' moderna mitologia, niente diverso dalla Mitologia.
Il film è divertente, è una commedia a base di trash talk e umorismo alla Strana Coppia.
E' diretto da Peter Segal: primo film in 5 anni dopo il mediocre Get Smart; è certamente il suo migliore.
La trama è molto semplice: 30 anni prima, Stallone e De Niro erano pugili professionisti, imbattuti tranne l'uno contro l'altro, una vittoria per uno. Stanno per disputare un eccezionale spareggio quando succede qualcosa e Stallone si ritira.
Quel qualcosa riguarda Kim Basinger, bellissima sessantenne.
30 anni di insoddisfazione dopo, entrambi si trovano ad avere l'occasione di appianare un grudge che neppure nei film giapponesi, allo stesso tempo ritrovando se stessi e dimostrando di poter ricominciare a vivere anche a... etc etc.
Finale perfetto, personaggi secondari perfetti.
Non c'è una sola cosa sbagliata in tutto il film... a parte la cg per montare le facce dei due su corpi di giovani, creepy.
E' stato un flop, massacrato dalla critica, dimostrazione che la nicchia di pubblico dedicato è un po' troppo scarsa: è possibile vendere Expendables ai bambini, non si può fare lo stesso qui.