Punisher - War Zone: questa volta parliamo del film, il secondo film del Punitore all'interno del nuovo corso cinematografico Marvel. Ricordate quel bellissimo film intitolato King Arthur e il suo protagonista, Dagonet? Il tizio del bambino, l'ascia, il lago ghiacciato? Thomas Jane è stato mandato a casa, niente più Punisher per lui: a breve dovrebbe cominciare a circolare anche in Europa il suo ultimo successo Mutant Chronicles, qui sul blog ne abbiamo parlato l'anno scorso; torniamo a Dagonet. Fisicamente è perfetto, ci sono alcune scene, alcune inquadrature, sembra di guardare una tavola della fantastica seria Max: esteticamente il personaggio è fortemente calcato sull'immagine per l'imprint più maturo di casa Marvel, a livello di sceneggiatura e atmosfere, invece, è un fermento di Marvel Knights. Non a caso è esattamente il logo a salutare gli spettatori a inizio film. Sempre Garth Ennis ma nella sua versione più odiosa. Il film però funziona: è un Punitore splatter, quello con i pugni che sfondano facce e una certa predilezione per l'omicidio spettacolare, circondato da media umanità tra cui spiccano l'inetto poliziotto Soap, affiancato a una versione demenziale di Microchip e a gansters sopra le righe come un Jigsaw che sembrerebbe rubato al The Mask di Jim Carrey. Il film scivola tra la tragedia e la farsa, il risultato è imprevedibilmente interessante e sorprendente.