The Express: è di nuovo quel period dell'anno, quello in cui lo Sport americano si fa grande nei cuori e la parola ''negro'' può essere detta ad alta voce con la commozione negli occhi. E' il momento dell'anno del film amarcord su integrazione e sport, ovvero: ''la distanza tra integrazione e razzismo è lunga un piede''. Voglio divagare un momento: a inizio settimana ho deciso che uno dei momenti migliori dell'anno a venire sarà trascorso sulla poltroncina di un qualche multisala assistendo alla proiezione del film sui GI Joe (l'anno scorso furono i transformers, quest'anno I trust in General Hawk), e un altro leggendo le promettenti 3-4 nuove serie che verranno pubblicate da IDW. Scorrendo il roster dei Joes ho visto nella parte del General Hawk, niente meno che Dennis Quaid. A me piace Dennis Quaid, come mi piace Kevin Costner: ho un debole verso quel tipo di attori. Quindi sono andato a recuperare qualche film persosi nei canali della distribuzione, nel 2008 Dennis è stato il prof arrogante di Smart People e il coach giusto in The Express, film tratto dall'omonima biografia dedicata a Ernie Davis, il primo ''negro'' a vincere il premio Heisman (per gli ignoranti calciofili che dovessero mai leggere questo post potreste paragonarlo al pallone d'oro del il college football), battere l'oppressione con la non-violenza e lo sport e morire giovanissimo di leucemia. E' il tipico film che mi fa odiare un passato di studi, quando avrei potuto andare in palestra, e la mia pancia, quando potrei ancora andare in palestra: è anche il tipo di film che mi ricorda perché la qualità della mia vita sia sensibilmente migliorata da quando grazie a sportitalia posso finalmente vedere di nuovo le partite dello sport più bello al mondo. Lo sport americano, qualunque esso sia. Leggendo le critiche al film noto un particolare nervoso: alcune delle partite descritte non sarebbero in realtà mai state, o almeno non nel modo messo in mostra da Gary Flender (che cinque anni fa sembrava essersi deciso a mollare una carriera non tagliata per lui); queste ''licenze poetiche'' pare siano state prese per mostrare stati del sud USA più intolleranti e razzisti di quanto ufficialmente non fossero, ci sono un paio di scene dove tifosi redneck lanciano bottiglie di birra e improperi all'indirizzo dei giocatori afro dell'illuminata Syracuse (NY) in un'orgia di violenza e stupidità che sembrerebbero quasi i prodomi di un qualche film horror, dove addirittura gli arbitri sarebbero stati garantisti e collusi verso le Unnecessary Roughness ai danni del futuro eroe. Ernie Davis è interpretato da Rob Brown... uhm, dove lo abbiamo già visto? Ah! Certo! Era il primo afroamericano capace di scrivere in Scoprendo Forrester, ed era uno dei giocatori di Coach Carter, il primo afroamericano istruito. Ehm. Questi film sono tutti uguali: fanatici dello sport americano come me=ottimo film, per gli altri è un melenso drammone con banalità.