My Name is Bruce: non potevo arrivare a 3 anni di attesa per vedere il coronamento della Bruce Campbell's Way, mi sono ridotto a guardare un fottuto screener (per altro di buona qualità), e mi sono goduto, stra-goduto ogni stronzo minuto. Il film è in giro per i festival da un paio d'anni, solo da novembre in ''selezionate'' sale americane: che film è? Beh, praticamente è il JCVD di Bruce Campbell. L'uomo, l'eroe, il Re interpreta se stesso: viene rapito da un fan esagitato e portato nella cittadina di Gold Lick per sconfiggere un maledetto demone cinese. E' semplicemente il più bel film di Bruce Campbell da quando è fallito anche il suo ultimo tentativo di successo con Bubba, è il risultato di una presa piena sulla propria vita, sulla propria carriera e su tutto il non cinematografico che più di ogni altra movie-star la circonda: Bruce Campbell è come Mark Hamill, è e sarà sempre Luke Skywalker. No, volevo dire: Ash. Boomstick, sugar, groovy, chainsaw. Cosa passasse per la sua testa e per i tizi di Dark Horse difficile dirlo: prendere per il culo i propri fan, dire senza mezzi termini che sono per lo più degli idioti, allo stesso tempo amarli e ringraziali. Ci vuole consapevolezza, non coraggio, coscienza dei propri limiti e autoironia: quella forse viene automatica con l'età. Il film è esilarante, dico per davvero: non ''esilarante'' nel senso b-movie con i mostri che fanno ridere per quanto sono stupidi; ''esilarante'' nel senso di divertente, colmo di battute perfette che voi mentecatti che non amate Hail to the King non potrete mai capire né apprezzare: pezzenti bastardi. Autoreferenziale, dedicato a un pubblico talmente ristretto da rasentare la follia: ignorate il contenuto e il contorno, pensate allo sforzo produttivo; questa non è Troma, allo stesso tempo lo è: Bruce Campbell può fare qualcosa di unico, tutta la storia del b-actor, tutti i flop e i film per lo sci-fi channel, tutti quei colpi che hanno stroncato ed eliminato le altre persone normali hanno rinforzato il suo successo, lo hanno reso un'anomalia impossibile da replicare e totalmente autosufficiente. Il fenomeno che lo circonda si autosostiene e autoalimenta, non gli serve niente: può mettersi davanti a una macchina da presa e fare l'idiota e sapere che le persone per cui lo fa lo ameranno incondizionatamente, è un potere religioso concesso a pochi. Sono profondamente commosso e felice per aver visto questo esempio di arte talmente di nicchia da non avere nome, se non il nome del suo protagonista e unico membro: Bruce Campbell.