The Good, The Bad, The Weird: una volta ogni tanto provo a gettare un amo nella bolla esplosa del mio interesse per il cinema coreano, questo giro ho tirato su l'ultimo film di Kim Ji-woon che, dopo i successi di A Tale of Two Sisters e soprattutto A Bittersweet Life, viene a realzzare il suo progetto più importante per impegno produttivo e budget. Lampante come il titolo, il film è un omaggio al cinema western di Sergio Leone: siamo nella desertica Manchuria invasa dai Giapponesi, tra irregolari indipendentisti e bande armate, tre individui si scontrano all'inseguimento di una mappa del tesoro; il buono è un cacciatore di taglie solitario, il cattivo è uno spietato assassino a capo di una delle suddette bande, lo strano è un ladro. Cowboy a cavallo o in motocicletta, spade e pistole, ma anche pezzi d'artiglieria: è circa il 1930 quindi come western affonda gli artigli su una più moderna tecnologia. All'interno del film si susseguono scene reinterpretate dai famosi film o piccoli dettagli nascosti nella baraonda spettacolare delle sue fughe e corse, senza rivelare troppo sappiate che quasi tutti i duelli simbolo della trilogia del dollaro sono in qualche modo rappresentati: è un appeal considerevole per un film che, comunque, soffre per l'eccessiva lunghezza delle sue scene singolarmente ripetitive e stancanti. I protagonisti sono volti noti e non poco, anche a chi segua solo sporadicamente: lo strano è Song Kang-ho, qui in un ruolo dei suoi di tragedia e violenza nascoste sotto l'aspetto goffo e incapace, il cattivo è il bellone Lee Byung-hun di A Bittersweet Life mentre il buono è Jun Woo-sung da Musa.
Non si scappa all'inevitabile e, naturalmente, con l'accrescersi delle pressioni produttive il risultato finale sfigura rispetto ai precedenti lavori del regista: manca l'originalità visiva del suo horror, l'incisività drammatica della sua gangster story, manca persino l'attenzione ai dialoghi e alla comunicazione dei suoi precedenti film; è fracassone e spassoso, troppo lento nonostante l'azione continua, una giostra di combattimenti poco ispirati, musica pop internazionale e corse infinite e faticose.