The Happening: al cinema l'avevo schivato annusando mediocrità ma in questo piovoso e pigro sabato sera mi sono visto ricattare a guardarlo in cambio della dovuta preparazione della mia cena; il regista ha abituato il suo pubblico ad attendersi una sorpresa in chiusura del film, qui non succedere: dopo dieci minuti circa il protagonista evidenzia con una battuta troppo esposta tutto il motivo della trama tradendo immediatamente la ragione dell'Evento. Passa comunque molto poco prima che tale evidenza venga accettata anche dai protagonisti diventando di fatto, verso la fine, imprevedibilmente simile alla Guerra dei Mondi: non per gli alieni, per le scene e lo svolgimento. Improvvisamente, a gruppi, persone qualunque si fermano, balbettano due cazzate, fanno qualche passo indietro e finiscono i propri giorni esibendosi in una qualche forma di suicidio artistico e collettivo. Queste sono le scene valide: c'e' dello splatter, c'e' un senso dello stupore e si crea l'attesa per il prossimo ripetersi dell'Evento. Scorre piacevolmente fino all'incontro infausto con i classici abitanti dei sobborghi, vecchi pazzi maledetti e armati: da lì in poi, quindi tutto il finale, c'e' da resistere al desiderio di fare altro.