Red Cliff: il ritorno di John Woo in patria a dirigere un film prodotto sulla scia del successo epico di Ymou spicca per essere il film che non ti aspetti. Cast sontuoso, trama tratta dal solito Romance of Three Kingdoms: la promessa era per l'insipido drammone metafisico di marziale importanta, Woo stupisce e propone continuativamente un tono canzonatorio e frequentemente comico gettando al contempo l'azione su uno stile alla Dinasty Warriors limitato nell'uso del cavo e originalmente coreografato. L'ultimo imperatore Han è un imbelle a cui piacciono più gli uccelli delle spade, il suo Primo Ministro è uno stronzo di prima categoria stupendamente caratterizzato da Zhang Fengyi a cavaliere tra il genio politico-militare e la follia: il Primo Ministro ha il solito trip di conquistare tutto e unificare il regno. I suoi avversari sono piccoli e apparentemente indifesi contro il mastodontico esercito imperiale, quindi si alleano: gli avversari sono pochi ma hanno un esubero di comandanti con le palle d'acciaio capaci di sconfiggere un esercito ognuno. Woo riesce nella scomoda impresa di caratterizzare una decina di personaggi di spicco senza fallire nell'errore de Seven Swords di Tsui Hark: assegna a ogni personaggio un paio di caratteristiche e parte da lì senza rallentarsi su inutili vezzi psicologici, tutti i protagonisti sono poi fortissimamente definiti a livello estetico rendendosi immediatamente comprensibili. Cast e costumi danno a Red Cliff facile riconoscibilità e rendono lo svolgimento della storia agile e fluido: ogni faccia ha il suo personaggio e i dettagli rappresentativi ben in vista, una barba curatissima, una corporatura massiccia, lo sguardo idealista... via così. Senza soffermarsi su ognuno di loro basti citarne i due più rappresentativi: Takeshi Kaneshiro nel ruolo del maestro di strategia e Tony Leung in quello del comandante in capo. Tony Leung è come sempre strepitoso e non voglio sentir parlare di manierismo o del fatto che cominci a mostrare i suoi anni: è supremo. Kaneshiro invece non mi convince, il suo ruolo è troppo sopra le righe: i dialoghi lo castrano e il personaggio rimane troppo statico per concedergli una buona interpretazione, inoltre i momenti comici sembrano sacrificarlo. Di certo non è più l'attore di Space Travelers ma la vena comica sembra essersi completamente spenta, oppure è la comicità di Woo a non riuscirgli. Naturalmente c'e' un condimento di belle donne: a farla da padrone ci sono Wei Zhao nel ruolo della principessa maschiaccio e soprattutto l'interpreta della leggendaria superfiga Xiao Qiao (moglie di Tony e fulcro della storia), l'esordiente bellezza taiwanese Chiling Lin. Forse non la migliore delle attrici ma certo consistente da mostrarsi nel paio di scene sensuali del film. Red Cliff non finisce: è un dittico la cui seconda parte è prevista grossolanamente per il 2010; gli americani hanno già annunciato di volerlo portare in occidente ma compattato in un unico film. Trattandosi di Cina non si sentiranno sicuri a importarlo prima di vedere effettivamente realizzato il secondo capitolo. John Woo si comporta bene: belle le scene d'amicizia maschile, di onore e lealtà; ottimi i combattimenti, anche quelli su larga scala sfregiati però da brutti effetti in CG. Aspettiamo la seconda parte.