Shin Angyo Onshi (manga): sono fresche di pochi giorni le ultime scanlation di quello che a oggi è ancora il più intrigante e interessante e celebre manga coreano; in un mercato ancora immaturo dove le produzioni si assomigliano tra loro e generalmente mancano in sceneggiatura, preferendo inoltre spesso la bellezza del disegno rispetto alla sua rappresentatazione narrativa, i 17 volumi di Shin Angyo Onshi (il film d'animazione l'abbiamo visto qualche anno fa) sono eccellenti pur cadendo nelle medesime idiosincrasie e problematiche culturali. Magia, spade e pistole: un protagonista antieroico caratterizzato finemente ed esponenzialmente carismatico, coprotagonisti notevoli e antagonisti affascinanti; soprattutto una sceneggiatura precisa che, pur sfruttando senza originalità lunghi flashback nella fare pre-finale, pur resuscitando e mutando schieramento a vari personaggi, riesce indubitabilmente a catturare la fantasia del lettore nel calderone di influenze e nel marasma dei temi e delle atmosfere: comicità slapstick con tanto di falso superdeformed, dramma sfolgorante e sanguinario, tragedia d'amore, violentissima azione e un gusto per le tavole dettagliate ed enormi, piene di dettagli ed ''effetti speciali''. Fermo restando che a parte un paio risulti quasi sempre difficile riconoscere e distinguere i volti tutti uguali. Non apprezzo il genere e tendenzialmente evito tutta la porcheria coreana e cinese, qui però si tratta della classica eccezione, di una fortissima serie piena di suggestioni ammirevoli e di meraviglia dove alle sparatorie si alternano demoni ed eserciti in battaglia, pirati e stregoni. Munsu è un ''misso imperiale'' di un impero caduto e morto: dovrebbe combattere il male ovunque lo trovi ma lui stesso è lontano dall'essere buono e i suoi combattimenti prevedono spesso motivi personali e un miraggio di vendetta che ne perverte gli intenti: il personaggio cresce giganteggiando da metà serie in poi, le sfaccettature si sprecano e dietro ogni parola si nasconde una trama. Rispetto e merito agli autori, nel porcile dei manga stranieri dove pur di trovare una nuova serie qualsiasi idiota riesce a farsi pubblicare, Shin Angyo Onshi nella sua run 2001-2007 si scava una nicchia miliare e memorabile.