Persepolis: leggicchiai il fumetto un paio d'anni fa, o qualcosa del genere, comunque quando ne uscì l'edizione in volumone. Forse è passato molto meno tempo. Alla stregua di Maus o Fax from Sarajevo questo genere di produzione tende ad annoiarmi rapidamente, accetto l'idea che questa insensibilità dipenda dai videogiochi. Oppure dipende da un ricordo d'infanzia: sono stato per lungo tempo un bimbo inappetente, mia madre tra lacrime d'isteria e sberle provava in tutti i modi a farmi ingurgitare verdure o qualunque cibo che non fosse cioccolata; tipica in questo senso la frase ''pensa a quei poveri bambini [inserire paese del terzo mondo] e bla bla'': la risposta di allora è paradossalmente invariata nel corso degli anni. Dallo a loro. Uhm, certo non un aneddoto di praticolare scintillio, men che meno edificante. Poco importa. Mi pare d'averne parlato sul blog, rimasi molto colpito dalle Montagne dell'Anima di Gao Xinjian: porto questo commento a mo' di dimostrazione pratica sul valore ulteriore e determinante di una moda culturale a favore o meno di particolari tematiche umane. Non voglio mica vendervi l'America: lavoro da anni nel settore dell'industria pesante e sono appena pochi mesi che a qualcuno sbatte qualcosa se un operaio si spiaccica cascando da un ponteggio o svolgendo una qualche altra attività da morte bianca. Adesso interessa tutti e fa pena a tutti e se facessero un fumetto sull'argomento diventerebbe un best seller. Mi piacciono i cinesi, mi interessa l'argomento ''svolte culturali, rivoluzione e oppressione'' in Cina; del medioriente invece mi sbatte pochissimo: il Cacciatore di Aquiloni l'ho letto, leggicchiato, mi ha annoiato in modo raro. Ho anche guardicchiato il film: pura napoli. Avete presente quel processo linguistico, una forma transitoria di significato fondata sulla naturale tensioe all'economia di ogni parlante medio e implicitamente una figura di traslazione metonimica per cui un nome ''proprio'' di particolare eccellenza nel rappresentare una categoria ne diventa popolarmente sinonimo? Cicles per gomma da masticare. Voglio cominciare a usare napoli/napoletano per schifezza. Magari adesso vi dico cosa penso del film del 2007 tratto dall'omonimo fumetto. E' scritto e parzialmente diretto dall'autrice originale, è stato naturalmente un clamoroso successo di critica, segna indubitabilmente un'altra tacca sul calcio della crescita produttiva francese (nonostante la non dimenticabile presenza di soldi Sony). E' un film piuttosto bello, l'autorappresentazione della protagonista risulta facilmente fruibile e pur con qualche generosità verosimilmente genuina, lo stile grafico fedelissimo all'originale eccelle sul piano stilistico: il bianco e nero nettissimo e denso di volumetrie nascoste, quasi da teatro dei burattini con le coreografie scorrevoli e sovrapponibili, forma scene che, notevole perché raro e vero, funzionano decisamente meglio su pellicola rispetto alla carta. La correttezza dei testi, ridotti per ovvie ragioni ma consistenti e completi nei loro punti salienti, realizza lo stesso risultato: quella verbosità un pò eccedente del fumetto si dissolve in monologhi che, merito di una formidabile doppiatrice, grazie alla recitazione si trasformano in accompagnamento lusinghiero e leggero per lo scorrere delle immagini. Il francese continua a essere una lingua leziosa, alcuni dei personaggi collaterali vengono presentati con una tale invadenza occidentale da sembrare macchiette da satira sciovinista: tuttavia sono disposto a prendere per realmente accaduto tutto quanto e limitarmi a schernire interiormente lo stereotipo. Infanzia, puberta, adolescenza e prima maturità di una ragazza iraniana di buona famiglia dalla rivoluzione islamica agli anni '90: comprese un paio di fughe/sortite europee con tanto di ulteriori stereotipi a seguire. Superato l'imbarazzo del cinguettio gallese, ingranata la narrazione fatto l'occhio alle trovate sceniche: passata una mezzoretta insomma, il film fiorisce in un tumulto di motivi prettamente esotici e locali quanto perfettamente internazionali e globali. Banale ed efficace: Iron Maiden-headbanging. La pacatezza produttiva consente poi di goderne appieno nella comodità di casa, il grande schermo non credo possa farne risaltare elementi tecnico-visivi superiori alla semplicità e alla puntuale animazione messa in campo da seri e nuovi professionisti francesi.