Hellboy 2: la china presa da Del Toro prosegue irrimediabilmente allontanandolo dal mio cuore, con questo seguito del Labirinto del Fauno il regista definisce la sua nuova natura di mediocre mutanzione bastarda tra Spielberg e Burton, prequel dello Hobbit, questo Hellboy 2 Golden Army riprende i pupazzi della favoletta franchista riciclandone temi e stili fino al lampante Angelo della Morte con gli occhi decentrati sulle ali. Nonostante con una mano sembri avvicinare il fumetto introducendo l'Ectoplasmic Man e rielaborando in questo senso il BPRD, con l'altra travia tutte le caratterizzazioni originali trasformando Hellboy dal più grande detective del paranormale a uno stupido redneck senza cervello: tra storie d'amore improbabili e superficiali, goblin senza gambe che sarebbero stati bene non nel Labirinto dello Stupido Fauno ma in quello di Bowie, tra wired-elfi bianchi demenziali copie dei più recenti successi mainland cinesi, mercati dei troll rubati a una qualunque opera di Gaiman/Carey, troll-mazinga z versione steampunk, pseudo-Ent tolkeniani.... insomma niente che abbia a che vedere con Mignola, tutto a che vedere con un fantasy anni '80 rivisto con la cg di Jackson. 2 scene su tutto mi hanno fortemente disturbato: il combattimento di Hellboy con gli armadietti dello spogliatoio e la canzone. Dialoghi improbabili, sceneggiatura trita, effetti speciali già visti: Del Toro ha compiuto la scelta del successo e ha girato le spalle alla sua visione per abbracciare quella del fantasy commerciale. Odioso bastardo.