Heroic Age (episodi 1-26 serie completa): non vorrei ripetermi ma, fino a controtendenza, continuare a sottolineare l'ammirevole volontà di quei gruppi di fansub impegnati a proseguire il proprio grauito lavoro nonostante la moda di tale attività si sia oramai grandemente spenta mi sembra l'unico modo di ringraziare. A un anno circa dalla sua fine è arrivato finalmente in rete l'ultimo episodio della produzione Xebec che l'anno passato tentò la via della space opera secondo motalità tanto classiche e apprezzabili, quanto sfortunate, da farsi ammirare e seguire da un cospicuo numero di fan, pur restando in definitiva un flop. Se lasciamo da parte quel Glass qualcos clone di Legend of the Galactic Heroes, era probabilmente da Nadesico che l'animazione giapponese non affrontava una space opera di viaggio spaziale di tale entità. Ci sono in Heroic Age elementi di eccellenza tali da giustificare l'appassionarsi e la fedeltà alla serie, soprattutto questi punti favorevoli raggiungono l'ottimo risultato di coinvolgere emotivamente lo spettatore; per contro ci sono evidenti lacune e difetti causati dalla solita stupidità giapponese. Sceneggiatura e soggetto curatissimi: tempo prima la Golden Race, la razza più saggia ed evoluta dello spazio ha abbandonato il nostro universo per passare al successivo piano esistenziale. L'universo è in guerra: ci sono la Silver Race, tizi psichici che hanno rinunciato alle emozioni, la Bronze race, insettoni spaziali, cinque superstiti della Heroic Race, gli esseri più potenti dello spazio, e la Iron Race, l'umanità. Silver e Iron sono in lotta per l'eredità della Golden, Bronze aiuta Silver, 4 Heroic sono al servizio della Silver, il quinto Heroic è invece per la Iron ed è il protagonista. A dire il vero la protagonista è la principessa che guida l'astronave spaziale al centro delle vicende, è il pinnacolo dell'evoluzione umana, giusta, pacifica, una guida spirituale senza pari. I membri della Heroic Race sono vincolati da contratti esistenziali: ognuno di loro è asservito al completamento di determinati compiti stabiliti nel passato dalla Golden, questi compiti li spingono a combattere tra loro e ottenere risultati per le rispettive fazioni. Il potere più grande della Golden Race era quello di prevedere il futuro: in tutta la serie torna il motivo e il dubbio su quale fosse la finalità dei contratti e degli indizi, sul perché spingere l'universo alla guerra. Distruzione o salvezza? La definizione delle razze è molto precisa: i Silver combattono affidandosi a pseudo poteri mentali e costruzioni psichiche, spesso stanno semplicemente nello spazio, senza astronavi, sparando direttamente raggi dalle mani e via dicendo; la Bronze è composta da varie tipologie di insetti giganti secondo tradizione con tanto di astronavi alveare, unità combattenti e operaie più o meno specializzate; l'umanità naturalmente adopera super astronavi con super cannoni, real robot e qualche iniziale potere psichico in stile mutazione e quindi interamente individuale e unico; il fulcro sono però gli Heroic. L'Heroic vero e proprio è un sasso impiantato all'interno di particolari individui chiamati Nodos, quando il sasso (che ha un nome e una personalità) viene attivato il Nodos si trasforma in un super gigante mostro da combattimento con un particolare potere. Nel mezzo troviamo varie fazioni all'interno delle razze, il concetto di creazione e distruzione di stelle, per finire con le starways. E' tutto molto elaborato e avvincente, denso di avvenimenti raccontati con la necessaria leggerezza dovuta ai soli 26 episodi ma senza la corrispondente tipica superficialità. Contraltare a questo ''buono'' ci sono le caratterizzazioni dei personaggi e i dialoghi: pura telenovela del cazzo. Una simile conrapposizione avviene tra le musiche, eccellenti, e la grafica, medio brutta. Facciamo qualche nome: il regista è alla sua prima prova assolo dopo qualche esperienza su Fafner, si notano riferimenti; le musiche sono di Naoki Sato (X, Eureka Seven); l'orrido character design e generale aspetto estetico è opera di quel gran demente di Hiroshi Hirai, quello di Gundam Seed: ricordatevi che questa serie è succesiva a Seed, probabilmente avrebbe dovuto confermre l'artista, probabilmente gli ha castrato la carriera (colpa in questo senso anche del prevedibile tagli al budget e conseguente calo tecnico sul finale). La necessità di rispettare la demenza otaku ha spinto la produzione Xebec a trattenere le spinte della serie, provando a incanalarle in un fad sono finiti per spezzarla e condannarla. FATTORE SRW: la Argonaut potrebbe diventare una delle migliori battleship mai viste in un srw, sfortunatamente sia i Nodos che i poteri di alcuni degli umani potrebbero risultare di difficile implementazione nel gameplay (salvo mal viste variazioni specifiche).