Semi-Pro: prosegue l'avventura comico-sportiva di Will Ferrell dopo i successi di Talladega Nights e Blades of Glory. Parliamo di fatti comuni: nonostante anche Semi-Pro abbia raggiunto l'obbiettivo di guadagnare è evidente come dal favoloso esordio la formula continui a perdere consensi a ogni nuova riproposta, ogni film successivo incassa un pò meno; i produttori continuano a buttarsi su Ferrell bypassando completamente la questione regia e sceneggiatura, danneggiando la performance dell'attore-comico troppo caricato di responsabilità e della continua necessità di stupire, quindi proiettato a tornare nel vicolo dove giaceva esausto qualche anno fa. Resta quanto detto, Semi-Pro ha i suoi momenti comici brillanti e soprattutto alcuni lampi di esilarante demenzialità: Will Ferrell è Jackie Moon, meteora musicale proprietario/coach/giocatore dei Flint Tropics della ABA. E' il 1976 la ABA sta morendo fondendosi con la NBA, 4 team passeranno alla grande lega e tutti gli altri saranno sbandati: i Tropics sono l'ultima squadra del campionato ma si faranno in 4 per arrivare al quarto posto ed entrare nelle 4 fortunate a sopravvivere. A questo punto entra in scena Woody Harrelson, ex-Celtics, ginocchio partito, alcolizzato, carriera finita: scambiato al posto di una lavatrice. Tra le condizioni per passare alla NBA ci sarebbe stata anche quella di avere una media pubblico intorno alle 2000 unità, inutile dire che gli spalti dei Tropics scarseggiavano al conteggio procapite: ogni prepartita il buon Jackie ne inventa una per promuovere il match. Tutto qui: c'e' spettacolo, Ferrell fa l'idiota in modi assurdi e spesso divertenti, la squadra gli dà supporto e c'e' persino un pò di classica eroica serietà da sacrificio sportivo che non fa mai male.