Be a Man! Samurai School: il Monte Fuji staglia (transitivo) lo scontro tra il bene e il male benedicendo con la sua maestosa figura l'età di Tak Sakaguchi, uomo, eroe, regista. Sakigake!! Otokojuku è la prima regia dell'attore diventato famoso esordiendo in Versus, dimostrazione lampante che del binomio Takaguchi-Kitamura, laddove l'ultimo è da qualche anno in un triste calando, era il primo la vera causa di tutto (dove per ''tutto'' intendo la corrente action seguitane). Non solo Takaguchi ha continuato a interpretare se stesso in ruoli sempre uguali in film d'azione demenziale, e lo dico in senso positivo, ma quest'anno ha compiuto il passo in più attraversando il confine e finendo a dirigere e scrivere il suo primo film, e coreografare i combattimenti dell'imminente Tokyo Gore Police. Parliamo un attimo della genesi di Samurai School: guardiamo da lontano senza nessuna base limitandoci a qualche graziosa congettura..... Sakigake!! Otokojuku? Uhm... il titolo, l'ambientazione e il tema... mi sembra di ricordare, sì: Tak aveva partecipato anche a Sakigake!! Cromartie High School. Guardiamo ora da più vicino: il film è composto quasi interamente da (semi)esordienti salvo qualche notevole eccezione, nel ruolo dell'antagonista troviamo per caso Hideo Sasaki. Lo stesso antagonista di Versus. Il rettore della scuola è Akaji Maro. Scherzi a parte, tra ingenuità e genuina serietà, Tak Sakaguchi ha deciso di cominciare la propria carriera occupandosi di cose conosciute senza lanciarsi in arroganti esperimenti ha mescolato le esperienze maturate in un super tamarro film d'azione umoristica di quasi due ore, senza paura e con stimabile autoironia. Ovviamente il film è tratto da un manga, diversamente dal solito non si tratta però di un fumetto recentissimo acquistato esclusivamente a fini di sfruttamento commerciale ma di una vecchia e dimenticata pubblicazione della fine degli anni '80: budget o motivi artistici poco importa. Otoko-Juku è una scuola segreta la cui missione non è quella di educare ragazzi, bensì formare uomini, leader, generali, guerrieri. Samurai. La scuola funziona così: i diventi uomo o muori; punizioni corporali, tortura, mortali prove di resistenza e coraggio, combattimento: alla Otoku gli studenti fanno fatica con la tabellina del 2 ma sono pieni di lealta, spirito e hotblooded devozione. La storia segue l'ammissione e il primo anno di cinque nuovi studenti: il silenzioso e gentile Momotaro, Tak, armato di katana e bandana alla Ryu, leader degli studenti del primo anno; il punk-karateka Toramaru; il gigante imbecille tutto palle Togashi, genialmente interpretato da un modello di Armani qui truccato con sfregi e per tutto il tempo sfottuto per essere brutto; lo sfigato e codardo Hidemaru e il computer umano Tazawa (fortissimo nella tabellina del 1). Dovranno affrontare sadici ma in fondo buoni insegnanti, sadici ma in fondo deboli studenti del secondo anno, sadici ma in fondo rispettosi appartenenti a una scuola rivale. Il film è un overdose di espedienti: ogni volta che uno dei personaggi si trovi a nominare qualcosa di specifico, una speciale tortura, un arte marziale o un colpo mortale urlato prima di essere inflitto o roba del genere, l'azione si congela e l'amico narratore ci presenta un piccola scheda con tanto di sovrimpressione e spiegazione; combattimenti in ring speciali pieni di trappole, la forza del Chi/Qi, la forza del tifo (non la malattia, l'attività del tifoso), sacre bandiere da 300 chili, tizi in armatura da shogun, esplosioni di sangue e gente che non muore nonostante siano esplose ma soprattutto gente che corre e urla, urla e corre (o compie un altro sforzo che urlando viene meglio). Il Monte Fuji, il Sole. Per tutto il tempo non si capisce se il film sia una pellicola di propaganda mascherata da intrattenimento o una divertente presa per il culo della propaganda: arrivato alla fine e dopo averci pensato qualche ora non sono ancora sicuro di quale delle due. Volete un difetto a tutti i costi? Troppo lungo:  i combattimenti sono troppo lunghi, gli urli sono troppo lunghi, c'e' una corposa perdita di misura verso la fine, il tempo viene dilatato che sembra di tornare a quando i cartoni animati giapponesi spezzavano i combattimenti in 50 episodi e ogni episodio i contendenti riuscivano a scambiare solo un pugno. Fantastico.