Blood+ (episodio 1): eccoci finalmente ad una serie veramente attesa e dal valoroso pedigree; prosegue la collaborazione fra Production IG e Mamoru Oshii cosi', dopo la trasposizione televisiva di Ghost in the Shell, adesso tocca al fortunato OAV del 2000 ''Blood the Last Vampire'' (indietro per il blog) vedersi trasformare in serie tv. Musiche di Hans Zimmer. Indipendentemente da chi siano i fattori materiali lo stile di Oshii, qui ufficialmente solo in veste di supervisore, si sente con pienezza: piccole citazioni interne qua e la' come l'aereo che sorvola gigantesco sulla testa della protagonista, l'attenzione alla composizione delle scene, il cielo immenso alle spalle... La produzione si e' molto impegnata e l'importanza del progetto e' tale da aver attirato e convinto una personalita' come Hans Zimmer a realizzarne le musiche. Non e' chiaro da questo primo episodio se trattarsi di un prequel o di una vicenda alternativa: dopo il violento e esaltante prologo ci spostiamo in una normale scuola e incontriamo Saya, una studentessa come tante altre a parte la piccola questione di non aver alcun ricordo dell'anno precedente, ragione per cui vive in adozione e si reca frequentemente in ospedale; Saya e' costantemente sorvegliata: ovviamente sappiamo tutti il perche' ma e' comunque interessante vedere come viene svolta, rapidamente ma con attenzioni espressive, la fase preparatoria allo stravolgimento della sua vita che la rendera' un'ammazzavampiri. Per certi versi, effettivamente, non si puo' fare a meno di pensare a Buffy: si fa pero' altrettanto in fretta a dimenticarsene osservando i Chiropteran (i vampiri locali molto piu' simili a licantropi selvaggi e feroci che ai fighetti in stile impero) in azione, ricordandosi del bagno di sangue iniziale, godendo dei dialoghi limpidi, delle caratterizzazioni velate e non gridate, dell'ottima atmosfera e, perche' no, anche della spettacolare animazione. Per adesso, ma probabilmente anche considerando tutte le prossime serie pronte ad iniziare, la piu' probabile scommessa per guardarsi una serie di qualita'.

Black Cat (episodio 1): e' tempo di nuove serie. L'inizio promette male: due tizi misteriosi (uno e' il protagonista) combattono fra di loro dicendosi cose inconoscibili; e' un modo fastidioso, e abusato, di iniziare una storia. Proseguendo nel lungo corso di scarsa originalita' troviamo come prima location riconoscibile l'ennesima chiesa, un protagonista bello e maledetto e misterioso, un antagonista sadico e crudele, una spalla comica, un certo numero di ragazze, un paio di esaltati, poteri in stile Get Backers, ma la cosa peggiore e' il tatuaggio con il numero XIII sul petto di Black Cat, uguale (salvo la posizione) a quello del XIII di Vance. La nuova produzione dello Studio Gonzo, basata sul manga omonimo pubblicato anche in italia inizia nel peggiore dei modi: guardando i credits si puo' notare come sia il regista che il disegnatore siano alle prime armi... non che voglia dire molto ma concede poche speranze ad un miglioramento di maniera. Inoltre, nonostante l'attivita' del protagonista sia quella del sicario, e' chiaro che il target della serie sia previsto verso gli adolescenti fornendo varia carne da guardarsi sia per i maschietti che per le femminucce. Animazione discreta.

Cluster Edge (episodio 1): cavalieri con mantello e armatura, e spada e pistole che sparano proiettili grossi come cannoni, saltano dieci metri e combattono contro soldati su camion, con mitragliatrici ed elmentti da seconda guerra mondiale, mentre rubano strani aerei che fanno molto Last Exile. Organizzazioni religiose, soldati creati artificialmente, ambientazione europeeggiante in stile Ottocento/primi Novecento, una super esclusiva scuola (la Cluster E) in cui si riuniscono i misteriosi protagonisti della storia, tutti con nomi presi da pietre, metalli e roba del genere. Protagonista popolano solare e ottimista super pilota e dotato (o lui o il suo strano aereo, ma punto su di lui) di una misteriosa capacita' di controlla il vento e altro, accompagnato da coprotagonista nobile e rigido e misteriosamente effemminato (potrebbe persino essere una ragazza). Regista e disegnatore hanno precedentemente lavorato, insieme, su Inuyasha e Gundam Wing (non per niente e' anche questa una serie Sunrise). Animazione buona. Sia questa che la serie precedente non sembrano sprizzare qualita', giocate entrambe su una demenziale sceneggiatura basata su misteriosi passati, caratterizzazioni prevedibili e idee gia' viste.